Renzi chi? Le banche smascherano il ricatto di Renzi sul NO
Citigroup e Goldman Sachs: la bocciatura delle riforme non pregiudicherà la crescita. E rafforzano il Colle che, come scritto nei giorni scorsi, vedrebbe di buon occhio governi di coesione nazionale, magari con lo stesso RENZI alla guida.
Due importanti banche statunitensi, Citigroup e Goldman Sachs, hanno vergato report nei quali si sostiene che in caso di esito negativo della consultazione referendaria cambierebbe poco o nulla. Ovviamente, entrambe gli istituti vedono favorevolmente la vittoria del sì, ma in caso contrario non vi sarebbe da stracciarsi le vesti. «Renzi potrebbe dimettersi ed essere nominato capo di un governo di transizione fino alle elezioni del 2018 in modo da cambiare la legge elettorale», scrivono gli analisti di Citi aggiungendo che «Renzi potrebbe anche chiedere un voto di fiducia sul suo attuale governo, probabilmente vincendolo poiché è difficile che si possa formare una maggioranza alternativa».
Lo stesso ragionamento è sostenuto anche da Goldman Sachs. In caso di vittoria del No, si legge nel report, «è più probabile un rimpasto di governo magari con allargamento della coalizione, visto che da nuove elezioni nascerebbe un Parlamento bloccato». E le conseguenze sul piano finanziario?
«È improbabile un allargamento dello spread sia perché non vi sarebbe grande instabilità politica sia perché gli acquisti di Btp nell' ambito del Quantitative Easing della Bce stabilizzerebbero i prezzi». L' unica a soffrire veramente sarebbe Mps perché sarebbe più difficile trovare una soluzione di sistema al problema dei crediti in sofferenza. Ma questa è un' altra storia.