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Politica
Parenzo zittito da Giovanna Maglie, rischia il posto. I "tartinati" sotto choc

Elezioni, da Chiara Ferragni a Renato Zero: i radical chic sono disperati 

Siamo solo al secondo giorno della “Grande Sconfitta” e quelli che tecnicamente si chiamano rosicamenti non accennano a diminuire. Anzi, i tartinati non riescono ad accettare la nuova realtà e cioè la clamorosa sconfitta del centrosinistra. Si sono ritirati tutti a consesso negli atticoni romani e milanesi dopo aver fatto una abbondante scorta di Maalox che li accompagna e li rassicura in questa lenta ma inevitabile presa di coscienza della sconfitta.

Come in un film dell’orrore sono rifugiati tra i lussi e gli ori. Fedez e la Ferragni giocherellano ingrugniti con i rubinetti d’oro, Monica Cirinnà guarda sconsolata la cuccia d’oro che da Capalbio una volta gettava euro. Damiano dei Maneskin non sa più che mutande levarsi per attirare l’attenzione per il pericolo democratico che incomberebbe sull’Italia, mentre Renato “Euro” Zero, scendendo da un suvvone costosissimo ed entrando in un Hotel lussuosissimo, sbraita contro la Meloni nel centro di Roma. Insomma la solita zuppa.

Naturalmente alle dichiarazioni della vigilia di fughe di massa verso l’estero dopo che sarebbe tornato il “fascismo” in Italia non si è avuto, come al solito alcun riscontro. Figurarsi se lasciano i loro ori e la loro vita da nababbi.

Tra i più colpiti sono stati i giornalisti di sinistra che non solo hanno perso le elezioni ma ora guardano con terrore ad un futuro oscuro e incerto anche lavorativamente. I più scaltri, come Marco Damilano che non rischia in Rai, l’hanno già buttata appunto sulla “resistenza democratica”, mentre Giovanna Botteri è corsa finalmente dal parrucchiere per liberarsi dai capelli giallo stoppa topo che esibiva come simbolo della sua alternatività.

Annalisa Cuzzocrea ha perennemente stampato un ghigno acido sul volto come Joker. Lucia Annunziata è sconvolta e sembra una delle pie donne ai piedi della croce di Letta.

Immaginiamo che dopo il batostone anche Urbano Cairo che è uomo di soldo (soprattutto) e di mondo riposizioni il Corriere della Sera e soprattutto La 7 che ha bordo ancora Lilli Gruber con “Otto e mezzo” e Davide Parenzo e Concita De Gregorio con “In onda”.

Il povero Parenzo litiga con tutti e le sta pigliando da tutti. Ha cominciato con Mario Giordano su Radio 24 al quale ha chiesto polemicamente “E ora di cosa ti occuperai?” facendo intendere che non poteva più occuparsi di attaccare il governo come ha fatto finora.

La replica su Twitter è stata immediata: "Come lui sa benissimo io faccio inchieste (Tv, libri e giornali) da circa trent'anni con governi di tutti i tipi e i colori. Continuerò a farle mentre lui continuerà a leccare i fondoschiena dei potenti". Poi è stata la volta dello scontro con Maria Giovanna Maglie sempre su Twitter.

Parenzo ha prodotto questo piccolo capolavoro della lirica notturna progressista: "A Roma da ieri notte piove. Oggi ho visto alla stazione Termini la gente con la valigia che stava partendo, come in Russia. Questa la fotografia dell'Italia". Al che la Maglie ha ribadito con un fulminante quanto spettacolare “Meglio che al circo”. Qualche tempo fa la Maglie, azzeccando plasticamente il paragone, gli aveva detto in diretta “E’ difficile fregarmi con i tuoi trucchetti da viperetta!”. Dicevamo del nervosismo dei radical chic. Parenzo ne ha ben donde. Infatti oltre che con Cairo il pimpante giornalista progressista rischia le terga pure con l’altro editore con cui lavora e cioè Confindustria di Carlo Bonomi che già in passato aveva espresso insofferenza per le intemerate del damerino che è solo parzialmente ed involontariamente protetto da Giuseppe Cruciani, schierato a destra. Non si sa quindi per quanto tempo ancora Parenzo riuscirà a tenersi il posto.

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