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Politica
Prodi al Quirinale? Gli accordi che possono farlo diventare presidente

La candidatura di Romano Prodi a presidente della Repubblica è qualcosa di più profondo dei rumors di Palazzo. La possibilità si è sigillata nelle teste di chi “guida le strategie” a Palazzo Chigi  (anche se il termine va preso con parsimonia, sic!) dopo la nascita del governo Pd-M5S-Leu. Alla lunga i numeri per eleggerlo potrebbero saltare fuori ed oggi che il leader bolognese ha aperto all’arcinemico, pardon avversario, Silvio Berlusconi, le tappe di avvicinamento al soglio repubblicano sembrano avviate.

 

Un indebolimento forte del fronte di destra, grazie ad una riabilitazione di Berlusconi alla politica, una sorta di salvacondotto, potrebbe ridurre ulteriormente la possibilità di andare al voto anticipato. In questo momento l'importante è scongiurare le elezioni, nonostante il Paese per i problemi economici post Covid, viri verso una crisi profonda dagli esiti imprevedibili, e tenere lontana la possibilità che il centro-destra, dato come maggioranza del Paese, possa avere i numeri per eleggere il prossimo presidente della Repubblica.

 

Ma le difficoltà del governo, sempre adombrate nelle dichiarazioni del leader bolognese, sono un toccasana per la sua ascesa. I grillini più istituzionali, che spesso provengono da esperienza pregresse di sinistra, vedrebbero nel professore un garante dell’accordo Movimento 5 Stelle-PD, l’alleanza che ha sostituito quella precedente, Lega-M5S, e che ha visto quali attori anche Matteo Renzi, maggiore indiziato dei 101 “traditori” che nel 2013 fecero mancare i voti proprio a Prodi. Ma ora Renzi e Prodi sembrano più vicini, data anche la maggiore debolezza del primo.

 

Occorre però racimolare ogni voto utile e l’apertura a Forza Italia sarebbe parte del gioco. In questo senso andrebbero letti i continui riferimenti di Prodi al “Modello Ursula”, quell’accordo tra le parti che ha portato all’elezione della nuova presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, votata in Europa da Pd, Forza Italia e M5S.

Prodi anche a gennaio si è detto non interessato: “Non ho mai puntato alla presidenza della Repubblica. E non ci penso certo ora”. Ma è anche vero cosa si dice a Roma: nessun Papa entra in conclave dichiarandosi pronto a vestire gli abiti del sommo pontefice. 

 

Così abbiamo chiesto cosa bolle in pentola, a Palazzo, a Giorgio Mulé, giornalista diventato uno dei leader di Forza Italia alla Camera.

 

Il centro-destra è pronto a votare Romano Prodi presidente della Repubblica?

“Che cos’è? La mi.....ta del pomeriggio di oggi?”

 

C’è chi dice che l’ultima uscita pubblica di Prodi porti a...

“Sono gli stessi che a giorni alterni sostengono che noi entriamo al governo con questa maggioranza in parlamento”.

 

E sulla presidenza della Repubblica che dite?

“Non ne parliamo oggi. Non esprimiamo nessun tipo di preferenza...”

 

E sull’identikit di chi potrebbe diventare presidente?

“...posto che sarebbe anche ora che questo Paese avesse un presidente della Repubblica finalmente espressione di una sensibilità politica non legata alla sinistra o al centro-sinistra”

 

Quindi?

“E’ da escludere Romano Prodi”.

 

E’ uno scenario che tu non vedi possibile?

“No. Da parte nostra no. E’ come se parlassimo di Rinascimento dalla Preistoria”.

 

Traduco il tuo pensiero: sono successi fatti così forti, ci sono distanze talmente ampie che non è possibile pensare ad una cosa del genere. E’ giusto?

“Guarda, come una rondine non fa primavera cosi una battuta ad un convegno non cancella 25 anni di pregiudizi”.

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