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Politica
Quirinale 2022: prime ipotesi. Il Pd ha un terzetto (nomi), Conte per i 5S?

Il 2022 è ancora lontano. E ufficialmente nessun parlamentare vuole esporsi sull'elezione del nuovo presidente della Repubblica. Ma, dietro le quinte, i primi scambi di idee e le prime ipotesi sono già scattati tra le principali forze politiche, soprattutto della maggioranza. Il punto chiave è la tenuta dell'esecutivo. Se il governo Conte supererà la crisi economica generata dall'emergenza coronavirus - e lo sapremo solo in autunno quando scadranno la cassa integrazione e il divieto di licenziare - a quel punto la strada sarà tutta in discesa e nel febbraio del 2022 quasi sicuramente sarà questo Parlamento a eleggere il capo dello Stato.

Nel Partito Democratico escludono che il nome possa essere quello di Romano Prodi, primo per motivi di età, secondo perché troppo divisivo (il Centrodestra farebbe le barricate) e terzo perché lo stesso ex premier sarebbe pronto a chiamarsi fuori ancora scottato dai 101 franchi tiratori. Al Nazareno si ragiona su un terzetto di nomi come possibile Presidente: il capogruppo dem alla Camera Graziano Delrio, il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini e l'ex presidente del Consiglio defenestrato da Renzi Enrico Letta. I primi due sembrano favoriti sul terzo in quanto Italia Viva molto difficilmente potrebbe convergere su 'Enrico stai sereno'.

Ma il principale partito in Parlamento, a livello numerico, sono ancora i 5 Stelle. Nomi al momento non ne arrivano dai pentastellati, anche se circola insistente una voce clamorosa e cioè che nel momento opportuno Vito Crimi, d'accordo con Luigi Di Maio, Beppe Grillo e Davide Casaleggio possa lanciare il nome di Giuseppe Conte per il Quirinale. Un'ipotesi che al momento nessuno conferma, ma che nel segreto delle conversazioni private tra M5S e Pd più volte è stata avanzata. A quel punto, nella primavera del 2022, con la ripresa economica probabilmente in atto il Paese andrebbe alle urne con l'alleanza Pd-M5S, probabilmente con Nicola Zingaretti candidato premier.

E Mario Draghi? Al momento il nome dell'ex presidente della Bce non compare nella starting list e - spiegano fonti dem - viene tenuto come sorta di riserva qualora la maggioranza non riuscisse a compattarsi e a trovare un nome comune e servissero quindi i voti dell'opposizione in una sorta di unità nazionale. Su Draghi infatti sia la Lega sia Forza Italia (molto meno Fratelli d'Italia) probabilmente sarebbero d'accordo.

Quanto infine al Mattarella-bis, soluzione non esclusa al 100%, spiegano sempre fonti del Pd, resta sullo sfondo come carta da giocare soprattutto nel caso in cui il Paese non fosse ancora uscito dalla crisi e la situazione economica e sociale fosse davvero drammatica.

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