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Politica
Quirinale, Renzi e il flop dell’asse con il duo Toti-Brugnaro

Quirinale, Renzi e la pistola scarica dell’asse con Toti e Brugnaro

Alla ricerca di una sponda per poter contare. Matteo Renzi non si dà mai per vinto e non si rassegna a giocare di rimessa nella partita del Quirinale. Trovate chiuse le porte di Pd e M5s, ma anche di Lega e Forza Italia perché da quelle parti lì, per ragioni diverse - come Affaritaliani ha già scritto -, non si fidano di lui, il leader di Italia viva ha già individuato un altro varco. Le sue attenzioni, infatti, sono tutte rivolte a Coraggio Italia, la forza politica creata dal tandem Giovanni Toti e Luigi Brugnaro. La notizia anticipata dal Corriere stamani è stata confermata all’Ansa. Fonti qualificate di Iv hanno detto che “si sta lavorando a una forma di collaborazione parlamentare con Coraggio Italia, sulla base della comune sintonia a sostegno di Draghi".  CI fa gola. E, in effetti, se al Senato la pattuglia è composta solo da 7 parlamentari, alla Camera il gruppo conta 22 deputati (ne ha persi due di recente visto che l’ex M5s Gianluca Rospi è passato in Forza Italia e Claudio Pedrazzini ha traslocato nel Misto).  

E’ evidente che insieme ai 43 italovivi, l'ex premier entrerebbe eccome in partita. Peccato, però, che non abbia fatto bene i conti. Proprio nel corpaccione di Coraggio Italia, infatti, i malumori rispetto a questa sorta di “Opa” di Iv sono crescenti: “Anche questa volta Renzi tenta di varcare la porta principale passando per quella di servizio - dicono al nostro giornale -. Ma non è affatto detto che gli riesca. Gli piacerebbe poter sbandierare 80 grandi elettori. Non tutti, tuttavia, si prestano a mere operazioni di palazzo. Quella che ha in mano è una pistola scarica”.

Quirinale, le sirene renziane spaccano Coraggio Italia

C’è chi fa di conto e sostiene che “al massimo sarebbero una decina alla Camera i parlamentari che potrebbero essere ammaliati dalle sirene renziane”.
Comunque sia, guardando la geografia di Coraggio Italia, una spaccatura è dietro l’angolo. Non a caso, tra le fila del partito, qualcuno mette in guardia da questo tipo di operazioni: “Se non c’è una prospettiva seria, Coraggio Italia rischia di sciogliersi come neve al sole. Non dimentichiamo che Renzi è sempre Renzi. Aveva anche promesso di ritirarsi se perdeva e invece…”. Un’altra voce di dentro, inoltre, si sfoga così con Affari: “Guardiamo in prospettiva. Siamo sicuri che potrebbe tirare una lista in cui campeggia Renzi?”.

Il busillis dentro la forza politica fondata da Toti e Brugnaro, insomma, è tutto qui: fare sponda col centrodestra se quest'ultimo spingerà fino in fondo l’acceleratore sulla candidatura di Silvio Berlusconi oppure fare massa critica con i renziani, mettendo a terra un embrionale laboratorio di centro?
Una cosa è certa: magari non riuscirà ad arrivare a meta e a pesare fino in fondo nell’elezione quirinalizia, ma anche stavolta il leader di Italia viva è riuscito in quello che gli viene sempre bene e cioè spaccare i partiti.

E così in Coraggio Italia ora convivono due anime diverse. C’è quella dei totiani, più tiepida rispetto a un asse centrista: “Il governatore della Liguria - spiega una fonte parlamentare di centrodestra - anche solo per mero calcolo politico non può non pensare alla sopravvivenza della sua giunta”. In squadra, effettivamente, Toti ha sia FdI che la Lega.

Proprio Matteo Salvini quest’oggi ha mandato i suoi “auguri” al governatore, commentando il "cantiere" aperto con Renzi. Dal canto suo, il presidente della Regione si è limitato a chiarire che il “dialogo con tutti” in questo momento è “nell’interesse del Paese”.
L'altra anima del partito, invece, è più vicina al sindaco di Venezia: “Brugnaro guarda al Quirinale come a un test per le prossime elezioni e quindi, punta di più al centro. Da sindaco, inoltre, ha le mani più libere rispetto a Toti”.

Quirinale, Coraggio Italia: ecco chi sta con chi

Altro capitolo, poi, è quello relativo al chi sta con chi. Fonti vicine al dossier dicono al nostro giornale che, per esempio, la parlamentare Manuela Gagliardi è molto vicina a Toti, “è l’occhio e l’orecchio del governatore a Roma”. I senatori Paolo Romani, Gaetano Quagliariello e Mariarosaria Rossi, invece, sono dati “già in primissima fila rispetto all’operazione renziana”. Discorso a parte per il deputato Osvaldo Napoli che “difficilmente si farà tirare per la giacchetta”. L’ex azzurro è sempre stato critico nei confronti di un centrodestra a trazione sovranista, “ma di certo - dice chi lo conosce - non si presterebbe a operazioni di corto respiro, limitando il perimetro di centro solo a Italia viva”.

 

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