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Politica
Regionali, Centrodestra a pezzi. Fumata nera e lite al vertice. Inside
(fonte Lapresse)

Il vertice del Centrodestra tra Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani sulle candidature per le prossime elezioni regionali non è andato male. E' andato malissimo. Sarebbe dovuto essere il summit decisivo e in molti speravano nella tanto attesa fumata bianca. E invece niente da fare. I tre leader sono rimasti sulle loro posizioni iniziali. Fratelli d'Italia non ha alcuna intenzione di rinunciare alla candidatura dell'europarlamentare Raffaele Fitto in Puglia, ma la Lega conferma il nome di Nuccio Altieri. Non solo, Forza Italia blinda Stefano Caldoro in Campania stroncando in partenza la possibile soluzione che avrebbe visto la Puglia a FdI e un candidato del Carroccio contro De Luca.

A complicare la situazione c'è anche la guerra di sondaggi che si è scatenata ieri sera. All'Swg pro-Via Bellerio che dà Fitto e Altieri sostanzialmente alla pari, hanno risposto i dati di Emg e Noto - i due istituti scelti dal tavolo del Centrodestra per la Puglia - che vedono l'europarlamentare ed ex presidente della Regione come il più amato tra i competitor e l'unico in grado di battere senza problemi Emiliano. Addirittura da Fratelli d'Italia bollano il sondaggio (extra) Swg pro-Lega come una "provocazione" uscita poche ore prima del vertice proprio perché gli altri due istituti demoscopici, quelli "ufficiali", danno Fitto in vantaggio. Una sorta, quindi, di bastone tra le ruote per bloccare la trattativa.

Salvini e i suoi vogliono a tutti costi la guida di una Regione del Sud visto che ora si fermano all'Umbria e alla Sardegna e tra Puglia e Campania non hanno dubbi, la preferenza cade nettamente sulla Regione dei trulli (anche perché Emiliano è obiettivamente più facile da sconfiggere di De Luca, specie dopo la gestione dell'emergenza coronavirus e considerando gli ultimi sondaggi). Tajani, su input di Berlusconi, tiene il punto e resta fermo all'accordo siglato ancora lo scorso anno, quando si arrivò dopo la caduta del Conte I al leghista Raffaele Volpi alla guida del Copasir, e quindi non cede la Campania. Di fatto Forza Italia così facendo pende dalla parte di Fratelli d'Italia che, a sua volta, conferma Fitto in Puglia mostrando forte irritazione per la scelta del Carroccio di candidare un suo esponente.

Ma Salvini ha fatto i suoi calcoli e se vuole veramente diventare un partito nazionale deve controllare una Regione del Mezzogiorno. Non a caso sono settimane che l'ex ministro dell'Interno invoca rinnovamento e volti nuovi parlando delle prossime Regionali e, pur senza citarli, di fatto stronca Caldoro e Fitto. La speranza della Lega non è tanto quella di avere il candidato in Campania, quanto quella di spostare un esponente di FdI contro De Luca per liberare la Puglia. Ma Meloni e Tajani non ci stanno nella maniera più assoluta.

Il risultato di questi veti incrociati, con il vertice che si è svolto tra tensioni che sono quasi sfociate in una vera e propria lite, è che la Lega sta bloccando anche la candidatura di Francesco Acquaroli nelle Marche (FdI), che sembrava certa, mentre a Forza Italia (e in parte anche a Fratelli d'Italia) non piace Susanna Ceccardi, Lega, in Toscana. Al momento sembra che non ci siano problemi sulle ricandidature degli uscenti, Giovanni Toti e Luca Zaia, anche se Salvini non ha abbandonato l'idea della corsa solitaria in Veneto, dove i sondaggi rendono non necessaria l'alleanza per vincere, in caso di rottura nelle altre Regioni.

Fatto sta che al termine del vertice i volti dei partecipanti erano davvero scuri e la fotografia della manifestazione del 2 giugno unitaria del Centrodestra a Roma contro il governo sembra quasi una caricatura pensando alle profonde divisioni di oggi.

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    centrodestra regionali lite puglia





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