Renzi alla prova di Re Giorgio
di Fabio Massa
Giorgio Napolitano ha convocato il ministro dell'Economia per un colloquio. L'oggetto? Secondo rumors sarebbero le coperture per il decreto che porta gli 80 euro in più in busta paga che Matteo Renzi ha tanto strombazzato, con la consueta abilità mediatica. Un po' irrituale, questa convocazione. Ma quantomai opportuna, visto che - con un semplice appuntamento al Quirinale - re Giorgio manda il messaggio più forte possibile al "sindaco d'Italia". Ovvero quello di dotare le promesse di un background di concretezza che, almeno per adesso, pare essere la più grande incognita politica del renzismo imperante. Anche perché il castello nel quale Renzi si è rinchiuso è sottoposto a una pressione che, ora più che mai, dimostrerà se è davvero un bastione della nuova sinistra oppure un'esile costruzione con leggerissime carte da gioco.
Da una parte, ci sono le Europee che si avvicinano, con Berlusconi che userà la Sacra Famiglia di Cesano Boscone e i disabili del milanese per un megaspot elettorale permanente. L'ex Cavaliere avrà buon gioco a sfruttare la pattuglia di inviati annoiati, infrattati a bere caffé tutto il giorno nei bar della zona, per veicolare ogni giorno il suo messaggio. Magari per far uscire qualche paparazzata di lui che fa ridere gli ospiti più sfortunati del centro. Magari per beneficare qualcuno con una donazione. Insomma, verrebbe da pensare che per far dimenticare le buste a Ruby e Olgettine varie, non c'era niente di meglio della sentenza dei giudici.
Dall'altra parte, c'è la pattuglia di Alfano, che sul Senato non elettivo proprio non ci sente. E che dopo le Europee potrebbe mostrare al mondo (politico) la corda di una proposta politica che sarà anche molto responsabile ma elettoralmente potrebbe rivelarsi un fallimento paragonabile a quello dei professoroni di Scelta Civica. E poi, si diceva, ad aprire le danze ci si è messo Napolitano, che con la sua mossa pare voler dire: niente bluff, il tempo degli annunci è finito. Ora tocca a Renzi superare il guado.
@FabioAMassa