Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Altro che la sconfitta in Liguria, a Venezia e ad Arezzo. La frase del ministro dell'Interno francese Bernard Cazeneuve ("Dall’inizio dell’anno abbiamo avuto circa 8.000 passaggi e abbiamo fatto riammettere in Italia circa 6.000 migranti. Non devono passare, è l’Italia che deve farsene carico. Bisogna rispettare le regole di Schengen") è uno schiaffo dolorosissimo per Matteo Renzi.
Il premier del fare stavolta non fa. O forse non sa cosa fare. La Francia socialista di Hollande, per certi versi più di sinistra dell'attuale Pd, dà una lezione al governo italiano: distinguere i clandestini, che vanno respinti, dai richiedenti asilo. Il presidente del Consiglio, al di là delle proteste delle opposizioni (non solo di Salvini), è finito nell'angolo. Ha parlato di un 'piano B', smentito seccamente da Bruxelles, e ha incassato il no non dalla Polonia o dall'Ungheria guidate da partiti di destra ma dall'alleato numero uno, quella Francia anti-lepenista di Hollande che sembra parlare e agire proprio come Salvini e la Meloni.
A questo punto Renzi dovrà inventarsi qualcosa altrimenti la situazione rischia davvero di esplodere. Se i migranti non possono andare negli altri paesi europei, e difficilmente le cose cambieranno nel prossime vertice Ue, continueranno ad arrivare e a restare nel nostro Paese andando ad aumentare le tensioni sociali e il rischio di episodi di razzismo. Il premier e il ministro dell'Interno Alfano sono seduti su una "bomba" (sociale) che rischia di esplodere e di fare molti danni. Per i migranti, per gli italiani e anche e soprattutto per gli immigrati regolari che sono in Italia da anni e che troppo spesso sono le prime vittime di questa emergenza senza fine.
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