Renzi allo scontro finale. O stravince o si dimette e si va alle urne
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Su un punto non ci sono dubbi: Matteo Renzi non ha paura di niente e di nessuno e, come ha detto, va avanti dritto. Costi quel che costi. Lunedì 27 aprile la legge elettorale a firma Maria Elena Boschi arriva in aula a Montecitorio, dopo lo scontato sì della Commissione ormai priva di opposizioni e minoranza Pd. Alla Camera andrà in scena la battaglia finale. O si vince o si perde, il pareggio non è previsto. Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, il premier-segretario non metterà una fiducia, ma addirittura quattro.
La fiducia sull'Italicum, infatti, avrebbe lasciato la possibilità del voto segreto su una serie di emendamenti troppo rischiosi per l'esecutivo e per la maggioranza. Se solo uno di questi fosse passato, con la convergenza della sinistra dem e delle minoranze, il provvedimento sarebbe dovuto tornare a Palazzo Madama per un ulteriore via libera, vanificando l'intero piano di Palazzo Chigi. E quindi è praticamente certo, anche se ancorasi fa finta di trattare, che la Boschi chiederà la fiducia spacchettata sui quattro articoli della riforma elettorale. In questo modo, regolamento di Montecitorio alla mano, verranno cancellati tutti gli emendamenti e con essi anche i tanto temuti voti segreti.
La reazione delle opposizioni, oltre alla bagarre in Aula (scontata), sarà quella di chiedere il voto segreto sull'intera legge e sul quale il governo non può mettere la fiducia. Questo sarà il vero banco di prova per Renzi al quale sono legate le sorti della legislatura. Nella riunione del gruppo con il premier si sono schierati 190 deputati dem su 310. In teoria, quindi, sono 120 i parlamentari Pd che alla Camera potrebbero votare no all'Italicum. Se così fosse e se tutti le opposizioni confermassero il voto contrario il provvedimento non passerebbe, fermandosi appeno sotto quota 300. Bisogna però vedere se davvero tutti i deputati delle diverse minoranze dem hanno il coraggio di votare no alla riforma del segretario. Renzi e la Boschi sono sicuri che saranno meno e che l'Italicum passerà, ma i dubbi ci sono tutti.
Anche perché con il voto segreto potrebbero venir fuori anche i mal di pancia dell'Ncd e in particolare dell'ex capogruppo Nunzia De Girolamo e dei suoi fedelissimi. Il premier ha scelto di far salire talmente tanto la tensione (e infatti se a Palazzo Chigi ci fosse stato Berlusconi e avesse deciso queste forzature delle regole il Parlamento sarebbe stato bloccato dal Pd con i vari girotondini in piazza) che nel caso in cui l'Italicum venisse bocciato sul voto finale un minuto dopo Renzi salirebbe al Quirinale per rassegnare le dimissioni. Immediata sarebbe la richiesta di elezioni politiche anticipate il prima possibile (ipotesi fine settembre) e l'espulsione dal Pd di tutti i deputati delle minoranze rei di non aver seguito la linea imposta dal leader. La battaglia sarà senza esclusioni di colpi e il segretario dem tira dritto. O la va o la spacca...