Retroscena/ Incubo per Renzi: manovra dopo l'estate e nuove tasse
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Non ci siamo. Il dato sul Pil del primo trimestre 2014 è una vera e propria doccia fredda. Soprattutto per Matteo Renzi. Il presidente del Consiglio - dicono i beninformati - ha fatto un salto sulla sedia quando ha letto la nota dell'Istat. A pochi giorni dalle elezioni europee si aspettava un dato positivo per poter sbandierare la crescita negli ultimi giorni di campagna elettorale. E invece non è così. Anzi, il timore del premier è che il Pd possa subire il contraccolpo nelle urne. L'effetto Renzi, almeno per ora, non c'è. E' un fatto e non un'opinione. Ma la preoccupazione a Palazzo Chigi non è tanto per le elezioni del 25 maggio ma per quanto potrà accadere nei prossimi mesi.
Stando a fonti vicine al capo dell'esecutivo, qualora anche il secondo trimestre di quest'anno evidenziasse una flessione del Pil si renderebbe necessario un forte e stringente controllo delle coperture e delle spese. Non solo. Con un prodotto interno lordo negativo sarebbe a rischio il rispetto degli impegni con la Commissione europea e, obtorto collo, per rispettare il rapporto deficit-Pil e per rispettare i parametri sul debito pubblico a settembre, come regalo per gli italiani che tornano dalle vacanze, potrebbe diventare inevitabile una manovra economica di aggiustamento dei conti.
Traduzione: o ulteriori tagli alla spesa (nel mirino sanità, scuola, enti locali, comparto della difesa e della sicurezza solo per fare qualche esempio) o addirittura nuove tasse per trovare quei fondi che verrebbero meno a causa di una crescita inferiore alle aspettative. Uno spauracchio per il premier, che farà di tutto per evitarlo. Ma i limiti imposti dall'Europa non si possono cancellare e senza ripresa economica e con il Pdl sotto lo zero una manovra straordinaria - spiegano dal Pd - sarebbe praticamente obbligata.