O Renzi va a casa o entra nella storia
Di Francesco Bricolo
Ieri sera facendo zapping ho visto che Daria Bignardi intervistava Massimo Cacciari e mi son detto, questa non me la perdo. Ho resistito fino alla fine nonostante le pubblicità ed è valsa la pena. Non che l'obiettivo della mia vita sia quello di andare d'accordo con Massimo Cacciari, ma ogni volta che lo ascolto qua e la in TV lo sento sempre dire cose che mi trovano d'accordo e anche ieri sera in effetti è andata così.
Mentre la Bignardi lo conduceva in una sorta di slalom tra i vari hotspot politici e sociali, completando mi sono trovato anche a fare un pensiero da donna, mi sono chiesto come mai si tinge i capelli e non la barba visto che in testa è completamente moro e nella barba no. Ma messa da parte questa civetteria che mi sono scoperto fare, ho iniziato con una lunga serie di "porca miseria ha proprio ragione".
Oltre a quello che dice, di solito mi piace anche la passione con cui lo dice e molto bella e chiara è stata anche la lettura che ha dato riguardo la fine che ha fatto il federalismo in Italia schiacciato in una morsa tra le istante che la Lega poneva a Roma e quello che facevano i Serenissimi in Veneto. Questa immagine della tenaglia che schiacciava il federalismo ha reso molto l'idea come è stata bella anche la spiegazione del perchè ad un certo punto lo stesso Miglio ha preso le distanze dalla Lega.
Mi capita così raramente di trovare rappresentato il mio pensiero che quando ho sentito venire avanti un punto di disaccordo ho digrignato i denti e mi son detto, ecco lo sapevo che alla fine le differenze emergono. Non c'è nulla di male nel disaccordo, anzi è bene che ci sia, ma m'interessava capire bene il punto e l'argomento erano le riforme istituzionali. Cacciari diceva, anzi ripeteva, che quello che manca ora è un disegno complessivo e che si sta procedendo a pezzi senza appunto un sguardo d'insieme. Diciamo che se il governo ha questo disegno, non ci ha detto qual'è. Ma non era questo l'eventuale dissidio tra me e Cacciari.
Qualche giorno fa dalle pagine di questo stesso giornale avevo scritto un pezzo in cui spiegavo che la cosa sa da fare anche se è a scatola chiusa, cioè anche se non conosciamo i dettagli e mi riferito alla questione del Senato e alle resistenze che i senatori hanno nell'approvare la sua trasformazione.
Non ho neanche fatto tempo a dire, pensare che questa cosa era sbagliata che la Bignardi ha risolto il problema chiedendogli espressamente cosa pensava della questione del Senato e Cacciari è stato molto netto nel dire anche con un gesto delle mani che "qualsiasi cosa è meglio dell'attuale per il Senato" e la mia smorfia s'è trasformata in sorriso.
Tra pochi giorni vedremmo se la questione del Senato andrà in porto o meno e se fallirà in teoria Renzi dovrebbe andarsene, almeno così ha detto che farà. La posta in gioco dunque è chiara.
Se davvero i senatori voteranno per la loro eliminazioni ci troveremmo davanti ad una svolta storica e per la prima volta dopo vent'anni finalmente vedremmo qualcosa di concreto da Roma.