Il piano di Ncd per il Centrodestra. "No ai tavoli"
"Non c'è dubbio. Renzi ha impresso alla politica italiana alcune caratteristiche nuove e anche soltalto l'avere introdotto il valore della velocità e della decisione democratica, in un mondo che cambia repentinamente, è una cosa positiva". Lo ha affermato l'ex ministro del Welfare Maurizio Sacconi in un'intervista video al direttore di Affaritaliani.it Angelo Maria Perrino a margine del Festival del Lavoro di Fiuggi organizzato dai consulenti del lavoro.
Il paragone con Bettino Craxi è facile... "Chi come me è cresciuto politicamente con Bettino Craxi ricorda come in un altro momento di grandi cambiamenti fu apprezzato come leader che introdusse una maggiore accelerazione nella capicità decisionale", spiega Sacconi. "Ricordo - aggiunge - che la sinistra di allora lo criminalizzava ritenendo il decisionismo un disvalore. Oggi vedo che il mondo è cambiato. Bisogna riconoscere all'Ncd il merito di aver impedito la fine anticipata della legislatura già con il governo Letta, quando Berlusconi tolse l'appoggio, evitando il sommarsi di crisi istituzionale, economica e sociale con conseguenze difficilmente prevedibili".
Ma alle elezioni europee i risultati non sono stati molto brillanti... "Non si può campare solo di merito storico. Ma quel merito ci ha consentito di superare il 4% in una tornata elettorale che ha visto uno tsunami a favore di Renzi, motivato dalla paura di Grillo. E' quindi un miracolo se l'altra forza di governo è riuscita a sopravvivere. In futuro l'Ncd dovrà avere la capacità di lanciare le idee e la progettazione. Ho paragonato l'esperienza dell'Ncd a quella di Craxi negli anni '80 quando riportò il Psi a collaborare con la Dc, oggi sarebbe il Pd, ma allo stesso tempo lavorava per la realizzazione di una alternativa con un'impronta socialdemocratica moderata. Specularmente, tocca all'Ncd, partito minore dell'area liberl-popolare, guidare questa area verso una alternativa democratica per non restare nel dualismo Renzi-Grillo. La vera sfida è tra le due grandi famiglie europee: i socialisti di Renzi e i popolari di Alfano".
Non moriremo renziani diceva Alfano... "L'importante è che un giorno, il più tardi possibile, si possa morire democratici e liberi, più liberi di quanto non siamo ora. E nella logica della libertà si iscrivono tanto Renzi quanto Alfano. Tanto i socialisti se sviluppano l'attitudine al riformismo quanto i popolari".
Quindi è possibile un dialogo con Forza Italia? "Ipotizzare l'unità dei moderati non significa solo aprire il dialogo ma è anche un'operazione più profonda. Dobbiamo risvegliare l'ambizione e la speranza di un popolo che in questo momento ha in parte disertato le urne o ha addirittura votato Pd. E questo deve farci riflettere sulla responsabilità che abbiamo".
E il tavolo del Centrodestra? "Non credo ai tavoli. Innanzitutto serve una forte iniziativa da parte nostra per suscitare una discussione intorno a progetti e idee".