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Politica
Scoppia il caso Mes nella maggioranza. Scontro Conte-renziani, irritazione Pd
LaPresse

Non e' un "no" definitivo, ma sembra una netta bocciatura. Giuseppe Conte risponde a una domanda sul Mes in conferenza stampa. E non solo dice che i 37 miliardi di prestiti per la sanita' che l'Italia potrebbe prendere dall'Europa non sono una "panacea" ma aggiunge anche che per ripagare il debito servirebbero "nuove tasse e tagli di spesa". Una presa di posizione che minaccia di riaprire lo scontro in maggioranza. Il Pd accoglie la dichiarazione con un silenzio gelido, mentre dalle fila parlamentari del partito trapela molta irritazione sul Mes e anche qualche perplessita' su alcune delle norme del nuovo dpcm.

Mentre Iv si espone e per bocca del suo presidente Ettore Rosato attacca il premier definendo le sue parole intrise di "banalita'" e "demagogia". I dubbi di Conte sul fondo Salva stati sono noti. Ma cogliendo l'occasione di una domanda in conferenza stampa, questa volta il presidente del Consiglio li elenca uno per uno, con una posizione che sembra accogliere molte delle obiezioni del Movimento 5 stelle. Ricorda, come gia' spiegato dal ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, che "i soldi del Mes sono prestiti, non possono finanziare spese aggiuntive, si possono coprire spese gia' fatte in cambio di un risparmio d'interessi". Aggiunge che le risorse andrebbero a "incrementare il debito". Per ripagare gli interessi "dovrei intervenire - dice parlando in prima persona - in termini di nuove tasse o tagli di spese".

"Il Mes - dice ancora - non e' quella panacea che viene rappresentata e visto che la nostra situazione ha dei segnali economici e' molto positiva il vantaggio in termini di interessi diventa adesso molto contenuto: duecento milioni". Conclude dicendo che "c'e' un rischio, lo 'stigma', non quantificabile: Sure l'hanno preso una decina di Paesi, il Mes nessuno". Ecco perche' Conte conclude dicendo che si valutera' di chiedere i fondi per la sanita' solo "se avremo fabbisogni di cassa. Ma se questo non dovesse servire, prendere il Mes non ha senso". Parole pesantissime, che fanno gioire i Cinque stelle e trasalire il centrosinistra. Nicola Zingaretti e' in prima fila nella battaglia per accedere al Mes e ha accolto con favore l'appello di duecento sindaci per non farsi scappare quei fondi.

Dal Nazareno non filtra una parola sulle parole di Conte e nessun dirigente commenta. Ma tra le fila parlamentari Dem trapela molta irritazione e anche la determinazione ad andare avanti: "Non demordiamo", dice a microfoni spenti un deputato di primo piano. Neanche Italia viva demordera'. Lo fa capire chiaro e tondo Rosato: "Sono sbalordito per la banalita' e la demagogia - dichiara - delle parole di Conte sul Mes. Sono mesi che facciamo debito pubblico extra per superare i danni della pandemia ad un tasso di interesse piu' oneroso di quelli del Mes. E' evidente a tutti gli italiani che bisogna potenziare la sanita' e per far questo ci vogliono risorse nuove, disponibili subito. Li' ci sono, da altre parti no". Attacca anche Forza Italia, con Antonio Tajani, Mara Carfagna, Anna Maria Bernini, Renato Brunetta: Conte, dicono, "si arrampica sugli specchi" solo per "far contento i Cinque stelle", perche' "nel governo comandano loro".

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