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Politica
Sicilia, laboratorio “campo largo” in tilt. Volano gli stracci tra Pd e M5S
Enrico Letta Giuseppe Conte 
Lapresse

In Sicilia volano stracci tra Pd e Cinque Stelle. Il primo laboratorio di “campo largo” parte tra molte difficoltà

 

La Sicilia era stata uno dei primi laboratori politici in cui si testava il cosiddetto “campo largo” e cioè l’Alleanza strutturale tra Pd e Cinque Stelle. L’idea era nata ai tempi di Nicola Zingaretti, allora segretario del Pd, e Giuseppe Conte.

Alla Sicilia si guardava dunque con interesse per capire se la stessa esperienza si sarebbe poi potuta replicare a livello nazionale, dando vita ad una vera e propria linea politica di medio – lungo termine. Una coalizione con cui affrontare il centro – destra.

Poi è andata come è andata. Il governo draghi è caduto, dopo le richieste programmatiche di Giuseppe Conte ed il nuovo segretario Enrico Letta ha dichiarata finita l’ipotesi del “campo largo” e che non avrebbe fatto mai più alleanze con chi aveva fatto cadere il governo Draghi e ostacolato la sua Agenda che, in assenza di uno proprio, era divenuto il programma politico dei riformisti.

Ma la Sicilia, come detto, era già partita e non si poteva più tornare indietro.

La candidata comune per le prossime regionali è Caterina Chinnici, magistrata e figlia di Rocco Chinnici (assassinato dalla mafia), supportata appunto da PD e M5S. I pentastellati cercano di ridimensionare il Partito democratico. Qualche giorno fa si è tenuto a Palermo un incontro con la candidata per i progressisti in vista delle prossime elezioni del 25 settembre.

Erano presenti, oltre a Chinnici, il segretario regionale del Pd in Sicilia Anthony Barbagallo, il portavoce del M5S Nuccio Di Paola e Claudio Fava (Cento Passi). Il M5S ha chiesto di non mettere esplicitamente il nome della Chinnici che rappresenta una candidatura super – partes, al che il segretario del Pd ha risposto picche, dicendo che non se ne parla proprio, viste le precedenti esperienze di Crocetta, Finocchiaro e Micari che il nome sul simbolo lo hanno avuto, eccome.

I pentastellati hanno preso la palla al balzo ed hanno presentato nove punti programmatici irrinunciabili, sulla falsariga di quanto fatto da Conte con Draghi. La Chinnici ha detto che cercherà di mediare e a sua volta ha fatto richieste sul mondo giovanile e sui certificati penali dei candidati.

Nel programma grillino c’è un no forte e chiaro ai termovalorizzatori.

Ma poi è venuto il piatto forte. Il segretario Di Paola ha preteso che nel caso si formi una colazione più ampia a sostegno della Chinnici non vuole Calenda e Renzi, mentre più possibilista è con +Europa e questo, dobbiamo dirlo, coerentemente con quanto è avvenuto a livello nazionale.

Al di là delle schermaglie locali resta la sensazione che in Sicilia l’accordo Pd –M5S vada avanti per pura inerzia e che l’esperimento sia molto difficile da portare avanti, a meno che, a livello nazionale, non si riaprono i giochi per una nuova alleanza tra Letta e Conte. Ma questa, eventualmente, è una ipotesi di cui si potrà discutere solo dopo il 25 settembre.

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    sicilia elezioni pd m5s





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