È di pochi giorni fa la notizia dell'interrogazione parlamentare sul caso Ablyazov-Shalabayeva presentata da alcuni deputati M5S. La prima firmataria Caterina Licatini, raggiunta telefonicamente da Adnkronos, afferma: "Non è irrilevante valutare se Ablyazov sia non tanto un dissidente politico quanto un criminale internazionale. Rileva perché la procedura di espulsione della moglie va contestualizzata nell'ambito della ricerca di un latitante da parte delle autorità italiane. Allo stesso tempo, a nostro avviso non è appropriato parlare di 'rendition', perché anche in questo caso si passò dall'udienza di convalida dell'espulsione davanti al giudice di pace e si chiese il nullaosta alla Procura della Repubblica competente".
"Dal Tribunale di Perugia sono stati condannati servitori dello Stato - che, lo sottolineiamo, agivano in ossequio alle procedure del caso - come l'ex dirigente dell'Ufficio Immigrazione Maurizio Improta o Renato Cortese, ex capo della squadra mobile di Roma. Ricordiamo che Cortese è stato anche questore di Palermo ed è passato alla storia della lotta antimafia per la cattura del boss mafioso Provenzano e di altri pericolosi latitanti. Con i colleghi D'Uva, Aiello, Barbuto e Penna abbiamo presentato questa interrogazione al Governo perché riteniamo necessario che si faccia luce su questa vicenda, oltre che sulle eventuali richieste di congelamento o confisca sul territorio italiano di beni riconducibili ad Ablyazov, e sulle condanne che risultano attualmente a suo carico", conclude la parlamentare 5 Stelle.
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