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Politica
"Stampare lire contro il virus. O finiremo peggio della Grecia"
Alessandro Meluzzi - Psichiatra, criminologo, scrittore, opinionista, già Deputato e Senatore della Repubblica

Lei ha chiesto di riaprire la Zecca e mettere in circolo subito qualche miliardo di vecchie lire? Perché? A che cosa servirebbe questa operazione e quali benefici avrebbe?
"E' evidente che di fronte a una situazione di blocco totale delle attività economiche, quelle reali (economie del settore primario come l’agricoltura, del settore secondario come l’industria e anche del terziario), esista un problema di volume monetario prodotto. Pensare di andare a debito, semplicemente affidando all'Italia le residue attività di una produzione industriale ridotta al minimo e aumentare il debito con il MES significherebbe evidentemente fare la fine della Grecia o anche peggio. Quindi, è chiaro che occorre riaffermare i principi di una monetazione nazionale, magari in un regime di doppia moneta in cui una seconda valuta possa servire principalmente per le transazioni interne. Non c'è nulla di scandaloso in questo, perché è già avvenuto per molti anni in Cina, dove c'era lo yuan, moneta internazionale, e renminbi, moneta interna. Da questo punto di vista, disporre di una lira che professionisti, imprenditori, commercianti sarebbero disposti ad accettare nelle transazioni interne e nazionali è qualcosa che potrebbe irritare soltanto il sistema di banchieri, tendenzialmente usurai di sistemi internazionali. Mentre tutto questo oltre a ridare una dimensione monetaria autonoma in maniera ancora più chiara ed efficace di quello che possa avvenire  con i MiniBot proposti da Bagnai & co, avrebbe anche un significato psicologico fortissimo di rilancio della fiducia del paese nei propri mezzi, oltre che di ricostruzione di un tessuto, non autarchico, ma certamente con un maggior livello di valorizzazione delle capacità produttive primarie, secondarie e terziarie della nazione e di diminuzione dell’idea che ci possa essere un debito contratto con l’estero che non ha nulla di buono per noi".

Come utilizzarebbe questi soldi? A chi andrebbero?
"Questi soldi sarebbero utilizzati soprattutto nel modello Trump per immettere direttamente denaro nelle casse e nelle pance degli Italiani (individui, famiglie, aziende e sistemi commerciali) esattamente come la Federal Reserve che sta pompando più di 1500 dollari nelle tasche di ogni americano per garantire i consumi. Tutto ciò dovrebbe anche essere proporzionalmente legato anche ai fatturati delle aziende, consentendo una situazione di circolazione economica della liquidità che non potrebbe essere mantenuta con un sistema a debito. È evidente che in questo momento si sta cercando di fronteggiare una carica di elefanti con un lancio di freccette da pub. Ed è evidente che tutto questo non funzionerà e non potrà funzionare".

Con questa mossa di fatto l'Italia si metterebbe fuori dall'Unione europea. Quali conseguenze pratiche?
"Non sono affatto certo che ciò ci metterebbe necessariamente fuori dall'Unione Europea, anche perché altri paesi più forti come Germania e Francia sono pronti a misure simili. Intanto, la Germania ha già deciso di pompare nel suo sistema produttivo, che dovrebbe garantire in questo modo l'acquisizione di sistemi economici residui come quelli italiani, la bellezza di 550 miliari di euro mentre noi non riusciamo neppure a spendere i 15 miliardi che fanno comunque parte di quella dotazione finanziaria che noi abbiamo già garantito all'Unione Europea. Quindi, in questo sistema di totale asimmetria occorre anche riflettere su come i tedeschi non abbiano rinunciato a mantenere, neppure dal punto di vista della produzione materica e monetaria, il marco, mentre noi abbiamo ridotto la nostra Zecca a un luogo venduto ai Cinesi, non so per quale finalità e mi auguro non per fare dei ristoranti di involtini. Il problema non è la Zecca ma è restituire una capacità di sovranità monetaria senza la quale il nostro paese non ce la può fare, soprattutto in questi frangenti".

Pensa che altri Paesi dell'area euro stiano già lavorando a un'operazione simile?
"Credo che molti paesi europei stiano già lavorando in questa direzione. Certamente si tratta di paesi come la Germania, paese in cui gli euro vengono stampati da loro, perciò decidono quando stamparli e come distribuirli. Se la nostra classe dirigente sarà una classe dirigente neocoloniale, per l'Italia non ci sarà speranza. Ma se avremo la capacità di riaffermare, anche con misure tecniche elementari, come l'abrogazione del decreto Monti del 2012 sull'impossibilità di convertire in euro la lira pregressa, e soprattutto riaffermando la possibilità di riemettere nuove emissioni di una moneta come la lira, certamente gradita dagli Italiani, che gode anche psicologicamente (e si sa quanto la psicoeconomia sia importante in queste fasi) credo che ciò potrà consentire di avere livelli di motivazione, rispetto anche alla circolazione commerciale ed economica, che consentiranno, magari anche con qualche modesto tasso di inflazione un rilancio dell'attività produttiva. In un ciclo, invece, deflativo, repressivo ed eterodiretto come questo l'Italia-colonia sarà schiacciata, peggio della Grecia, da una troica mandata, dopo che avremo consumato i soldi del MES. E perderemo quel valore immenso paesaggistico, immobiliare, turistico, enogastronomico, industriale che invece rappresenterà le basi del rilancio alla fine di questa crisi. Quindi, la sovranità monetaria vuol dire non solo difesa dei livelli di qualità di vita degli Italiani ma anche tutela di un patrimonio che, se svenduto, certamente non rappresenterà nulla di buono per noi. Occorre, quindi, riemettere sovranamente le nostre amate lire". 

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