Il commento/ Se il taglio del cuneo è una tantum
Di Adriana Santacroce
Bravo Renzi perché fa. Finalmente il governo lo guida uno che fa, che parla molto bene e molto chiaro e qualcosa fa. Probabilmente non riuscirà in tutto quello che ha annunciato ma in qualcosa sicuramente si. E bravo anche per aver, per ora a a parole, mostrato un cambio di atteggiamento verso l'Europa rispetto alla solita subalternità che ci contraddistingueva. Il problema ora é trovare le coperture, considerando che i conti di Cottarelli sono di 3 mld e non 7 come dice il premier e che, oggi la Merkel e domani Bruxelles, sicuramente, non gli permetteranno di utilizzare i decimali guadagnati di deficit (sempre che li guadagnamo) per il cuneo ma per indebiti della pA. Non sono problemi da poco. Ballano 5 mld circa che a questo punto devono saltar fuori e su quelli Renzi si gioca tutto.
Ma i nodi non si fermano qui. É proprio sul taglio Irpef che vanno fatte tre considerazioni. A chi vanno quei soldi, innanzi tutto. Ai lavoratori dipendenti, a quelli già sicuri. É vero. Sono penalizzati i pensionati, gli autonomi e gli incipienti. Se fosse partito da una delle altre categorie le proteste sarebbero le stesse. Certo é che ha scelto l'elettorato che normalmente vota PD e il gesto sa tanto di mossa politica. Ma tant'è. Da qualche parte doveva cominciare.
A cosa servono quei soldi. Per rilanciare i consumi, dice il governo. La CGA di Mestre, in modo forse troppo ottimistico, ha già calcolato che su 10 miliardi 9 torneranno sul mercato. E in effetti 9 miliardi di consumi in più un piccolo balzo in avanti al nostro pil lo farebbero fare. C'è da dire, però, che i 4 miliardi risparmiati dall'eliminazione dell'imu nel 2013 non hanno rilanciato proprio nulla. Certo, in contemporanea, c'è stato l'aumento dell'iva, ma ritenere che avere qualche soldo in tasca in più sia sinonimo di aumento di spesa é sbagliato. Spesso quei soldi serviranno a pagare bollette o arretrati che magari restavano lì, inevasi.
Quanti sono quei soldi. Ecco, se per i primi due punti non ci sono grosse note critiche qui ce ne é una grossa come una casa. Non ci sono mille euro a lavoratore. Eh no. Si parte a maggio. Quindi considerando una media di 80€ al mese arriviamo a 640€ a testa. E quindi i miliardi dati ai lavoratori sono poco più di 6 e non 10. La manovra, visto che al momento é solo un'informativa possiamo fare solo ipotesi, prevede lo stanziamento di una cifra per quest'anno ma nulla ha detto Renzi sui prossimi. C'è un generico 6 miliardi che non dice nulla. Il reperimento di quei soldi deve essere strutturale per coprire un taglio definitivo e non una tantum. Nulla é stato chiarito sul proseguo dell'iniziativa. Quindi, come per l'imu prima casa quando ogni anno sarebbero serviti 4 mld, ora ogni anno ne serviranno 10. E come facciamo a sapere se Cottarelli riuscirà a trovarne altri 10 per il 2015? E chi ci dice che l'anno prossimo il premier non voglia privilegiare, ad esempio, i pensionati? Per di più con il Fiscal Compact che, entrando in vigore, assorbirà 45 miliardi l'anno?
Ecco perché la trovata di Renzi é utile, sicuramente dirompente, ma non risolutiva. Ma soprattutto lascia delle zone grigie. I soldi in busta paga per il 2014 saranno 6,4 mld. Aiuteranno a far vivere un po' meglio una fetta della popolazione e non tutta ma, soprattutto, non sappiamo se saranno una tantum o una misura strutturale. Se é difficile trovare i soldi per quest'anno temo lo sarà ancora di più per l'anno prossimo. Meglio che ce lo mettiamo in testa.