Bridgestone e OM Carrelli
Il morso angosciante della crisi

Bari - Bertrand Russell scrisse: “Il lavoro non può dare felicità se non ha successo. Ma se lo ha, riempie le giornate e porta un'immensa gioia”. A poche ore di distanza dal primo maggio, festa che in diverse nazioni del mondo viene celebrata per ricordare le battaglie operaie, il successo per alcuni dei lavoratori pugliesi vorrebbe essere quanto di più (apparentemente) semplice da realizzare: avere un posto di lavoro e (ri)trovare la dignità di una busta paga, senza ricorrere ad ammortizzatori sociali. Eppure, basti pensare alla forte crisi che sta fagocitando dal settore industriale a quello del terziario il lavoratore medio pugliese, il successo dell’opportunità di un lavoro appare sempre più chimera ardua da inseguire. Una frana in piena anche la questione degli ammortizzatori: preso atto della proroga della presentazione delle domande per i mesi di maggio e giugno, sia con riferimento alla Cassa Integrazione sia alla mobilità in deroga, per i mesi successivi quali le soluzioni?
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A ricordare l’urgenza di una politica sociale da ripensare in Puglia, come in altre regioni, i lavoratori della Bridgestone. Una rappresentanza dei 950 dipendenti, accompagnata dai familiari, ha sfilato in corteo partendo dalle piscine comunali per le vie di Modugno: “Non rinunceremo a lottare. Il posto lo difenderemo con i denti se necessario”, dichiarano alcuni operai in attesa di una notizia positiva, ma soprattutto certa, dal tavolo tecnico convocato al ministero dello Sviluppo economico per il 7 maggio. “La chiusura dello stabilimento di Bari sarebbe un danno sociale, economico per la provincia di Bari e per la regione Puglia. In questi anni – ha dichiarato il dipendente Giuseppe Nuzzolese – abbiamo vinto diverse battaglie, dimostrando che nella nostra città ci sono le competenze per lavorare al meglio. Il Governo lavori con la consapevolezza di una politica nuova per il mercato del lavoro”.

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In balia dei venti e dei cambi di rotta incerti anche i più di 200 operai della vertenza Om Carrelli, spesso citata agli stessi lavoratori Bridgestone come esempio di triste storia conclusasi per il meglio ma che, ad oggi, un felice esito non l’ha ancora trovato. Nel silenzio più assordante dei media e della classe politica, infatti, i lavoratori dello stabilimento di Modugno stanno cercando di capire le motivazioni a sostegno dell’attuale stato di ignavia della vertenza: “L'incontro tra istituzioni, sindacati e azienda venditrice dell'Om Carrelli, Kion, e azienda interessata all'acquisto non c'è stato. Con una semplice comunicazione – spiega Rivolta il debito Bari - quest'ultima non è ancora "convinta" di rilevare lo stabilimento”.
Attualmente i lavoratori stanno costantemente presidiando i cancelli dello stabilimento, per impedire l'uscita dei macchinari: “E’ un modo per dire alla Kion che il valore di milioni di euro rimane fermo in fabbrica finché non si troverà una soluzione per la salvaguardia dell'occupazione, di centinaia di posti di lavoro”. Protesta, che tra le altre cose, ha portato l’attuale società ai vertici della Om ad inoltrare una richiesta ai sindacati affinché gli operai mettano fine al presidio permanente: “Ormai non ci sono né più parole e né più lacrime... dopo questo mese – conclude Michele De Giosa, dipendente Om - sarà meglio iniziare a trovare un nuovo posto di lavoro perché l'attesa ci ha stroncati del tutto”.