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Fitto al bivio: Ncd fermo sul no ai gazebo ma niente Terzo Polo

Bari – “Raffaele Fitto candidato presidente? Non avrei nulla in contrario, è il leader del partito di maggioranza della coalizione…”, conferma Massimo Ferrarese ad Affari, commentando le parole di Casini che indicavano l’ex Governatore come possibile testa di serie per le regionali. E se l’ipotesi non pare essere in campo, derubricata a boutade dallo stato maggiore forzista, è solo la punta di un iceberg che fluttua nel mare del centrodestra senza infrangersi. Chissà per quanto.

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La risposta dell’ex Presidente della Provincia di Brindisi è tutt’altro che repentina e raccoglie i malumori di molti alfaniani: “Di primarie neppure a parlarne. Si apra un tavolo e, se leader dev’essere, allora che sia quello del partito più grande, lo stesso Fitto. Oppure si punti sui numeri uno di altri partiti, senza guardare a seconde linee”, ragiona più di qualcuno nella pattuglia guidata da Cassano. Assai poco allettato da bagni di sangue annunciati contro una macchina rodata come quella azzurra.

Una impasse in piena regola, se si conta che il bivio davanti al quale si troverà tra non molto il Vicerè di Maglie lo vedrebbe - da una parte – costretto a archiviare in extremis i gazebo, dopo averli annunciati in pompa magna con schittulliani, Fratelli D’Italia, Puglia prima di tutto e socialisti e a meno di due settimane dal vertice FI che deciderà sulle candidature “di bandiera”. Dall’altra, intenzionato a tirare dritto, rievocando i fantasmi delle Regionali 2010, quando il mancato appoggio dei centristi e di Adriana Poli Bortone allontanò definitivamente Rocco Palese dalla successione a Nichi Vendola. A togliere le castagne dal fuoco potrebbe sempre essere il Cavaliere - con un accordo “quadro” a livello nazionale e trattative ad hoc su tutti i fronti al voto - ma anche in quel caso suonerebbe come una delegittimazione della sua ex “protesi”, che combatte la stessa battaglia di metodo nei palazzi romani.

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La differenza rispetto a cinque anni fa sta tutta nell’improbabilità che si formi un Terzo Polo, legge elettorale alla mano. Con la conseguenza che lo stallo prolungato, o uno strappo netto a destra, spingerebbero i centristi dritti tra le braccia dei democratici. Mossa affatto scontata, visto che ex aennini e destrorsi mal digerirebbero stare fianco a fianco con i vendoliani, ricambiati dalle barricate di Minervini e Stefàno. Ma neppure escludibile, come dimostrano il rientro degli uomini di Ferrarese in Giunta a Brindisi, col Pd di Consales, e le manovre per portare un esponente dello scudocrociato alla presidenza della Provincia di Lecce. In quota centrosinistra. Il resto è fantapolitica: quanta parte di Ncd resterebbe a destra e quanti passerebbero il guado?  Dal quartiere generale di Schittulli osservano ma garantiscono di voler essere della partita. Qualsiasi dovesse essere lo scenario.

(a.bucci1@libero.it)

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