
“Mettere maggiormente in relazione i bisogni delle persone con un azione di governo”. Lo ha dichiarato il segretario generale della Cgil Puglia, Giovanni Forte, nella conferenza di inizio anno. Una riflessione sul 2012 appena conclusosi, anno di rinunce e sacrifici, con la speranza si possa ripartire da un 2013 che veda “il lavoro come obiettivo primario” e grazie al quale rilanciare un piano di sviluppo per il Mezzogiorno.
“Il 2012 - ha proseguito Forte - si è chiuso con molte vertenze e nuove se ne sono aperte in questi primi giorni dell'anno. Situazioni di difficoltà che rivengono da un anno difficile. Le situazioni di crisi che hanno riguardato 5.500 lavoratori sono ancora tutte aperte”. “Ci sono poi per fortuna - ha ricordato il segretario generale della Cgil Puglia - anche situazioni interessanti. Circa 64 progetti di nuovi accordi di programma che le imprese pugliesi hanno presentato e 750 milioni di investimenti per ammodernamenti ed innovazione”. La speranza di un obiettivo a lungo termine, insomma, per rispondere ai dati negativi dell’anno appena trascorso: in calo tra il 2008 ed il 2011 nella provincia del capoluogo pugliese, secondo i dati raccolti dal centro studi della Cgil di Bari, i tassi di occupazione. Nello specifico quella femminile ha palesato una flessione dal 33 al 31% e quella maschile dal 66 al 62%.
Se da una parte il sistema d’impresa ha dimostrato di arrancare e non riuscire a stare dietro alla contrazione dei mercati, d’altra parte il mondo del lavoro è stato incapace di assorbire manodopera giovane – è stata la fascia di lavoratori compresa tra i 15 e i 34 anni a subire il calo maggiore -, rivelando inesistenti o fallimentari strategie di rilancio. In Puglia, inoltre, gli occupati di sesso maschile sono diminuiti notevolmente tra il 2008 e il 2010; tuttavia dal 2010 al secondo trimestre 2012 è da evidenziare “una ripresa significativa”.
Il segretario generale della Cgil Puglia, Giovanni Forte, ha poi dichiarato: “Il fatto che la Puglia stia meglio rispetto ad altre regioni del Mezzogiorno, che sono ormai devastate dalla crisi nel sistema produttivo e sociale, è dovuto alla Regione che in alcuni casi si è sostituita al governo nazionale. Se la Puglia ha potuto usufruire di ammortizzatori sociali per 227 milioni di euro (più della Lombardia a quota 213 mln) lo si deve in gran parte (il 60% circa) alla Regione”. ''C'è tutta la partita degli ammortizzatori sociali - ha insistito il segretario generale della Cgil Puglia - che rischia di diventare esplosiva: nel 2013 abbiamo una copertura di massimo 4 mesi e le risorse mancheranno a partire da maggio”.
Ed ha poi aggiunto su Taranto: “Il gruppo Riva ha perso di credibilità. Riteniamo che non potrà mai più essere nelle condizioni di realizzare gli investimenti di 4 miliardi di euro”. “Siamo perplessi che il gruppo Riva abbia la capacità di mostrarsi come un gruppo industriale che guarda alla produzione ed all’interesse della comunità locale. Ci sarà bisogno – ha spiegato Forte – di un intervento più forte da parte dello Stato, che dovrà impegnarsi di più anche rispetto alla conduzione. Questo non vuol dire ritornare alla partecipazioni statali: si tratta di inventare nuove forme di partecipazioni dello Stato che oggi riguarda l’Ilva e domani altre imprese ritenute strategiche. In Francia è avvenuto e sta avvenendo. Bisogna riuscire, dopo il decreto del governo nazionale, a far realizzare gli investimenti”.