
«Al Maxxi hanno posto la censura su “Girlfriend in a coma” il film di Annalisa Piras e di Bill Emmott sui mali dell’Italia. Un atto che lo stesso Emmott ha definito con toni molto pesanti non condividendone la scelta nella sostanza e nel merito. Noi non ci faremo intimidire da questa posizione e con ancor più convinzione proietteremo il film a Taranto per dimostrare che, nonostante l’imminenza di un appuntamento elettorale, parlare dei mali del nostro Paese non ha una connotazione partitica, non è un modo per forviare le coscienze, ma il dovere di una informazione libera che richiama la popolazione a una riflessione ampia e profonda». Così, Giacomo Raffaelli e Giuseppe Russo, il primo coordinatore del movimento Rinascere, il secondo presidente dell’associazione culturale Accademia degli Audaci, che con “Impatto Zero” sono i promotori della presentazione del docu-film “Girlfriend in a coma” a Taranto il prossimo 21 febbraio nella sala del Cinema Savoia.

«La proiezione tarantina non subirà alcuna variazione – commentano Raffaelli e Russo. Il film è il risultato di un lavoro giornalistico prodotto da una delle più importanti firme economiche inglesi e da una giornalista che da anni si occupa di inchieste di rilievo che lo scorso anno sono venuti a Taranto a raccontare i mali di questa terra, il rapporto tra città e industria, la convivenza tra profitto e salute. Abbiamo grande rispetto per il lavoro fatto da questi professionisti – proseguono gli organizzatori - e soprattutto per il pubblico che si appresta a vedere il docufilm. Non è un film a poter condizionare le scelte che ciascun libero cittadino potrà fare al momento del voto, visto che lo stato di drammatica emergenza in cui versa il Paese è cosa ben nota a chiunque segua le vicende italiane».

Diversi gli interventi a proposito della storia di questa “fidanzata in coma”. Dal premier Mario Monti, al filosofo Umberto Eco, da Nanni Moretti alla femminista Lorella Zanardo, da Sergio Marchionne a Roberto Saviano. E tanti gli aspetti affrontati nei 98 minuti della pellicola. La diaspora tutta italiana che vede coinvolti milioni di giovani dovuti emigrare, al tema della donna e delle pari opportunità, la mafia, il lavoro, ma come ha dichiarato Alain Elkann al termine della visione del film a Londra «non è un film contro l’Italia, ma per l’Italia».
(gelormini@affaritaliani.it)