
Trenta i giorni a disposizione dei candidati per conquistarsi lo scranno, e quelli lasciati vuoti nell’aula del Consiglio regionale potrebbero essere almeno undici, Governatore compreso: di sicuro ci sono gli assessori della Giunta, in posizioni chiave nelle liste, di certa capitalizzazione nelle urne: dal tarantino Michele Pelillo, ottavo alla Camera, allo stesso capogruppo democratico Antonio Decaro, dalla vicepresidente Loredana Capone, quarta nella pattuglia degli aspiranti senatori e il cui successore sarà chiamato a traghettare l’amministrazione fino alle Elezioni, ad Elena Gentile che la segue a due posizioni di distanza. Per non dire del tandem di Sel, che toglierebbe alla squadra del Presidente tanto Dario Stefàno quanto Nicola Fratoianni (ma se è per questo è candidato in zona Cesarini anche il numero uno dell’Assemblea, Onofrio Introna, pur al quarto posto e affidato all’eventualità di una buona attestazione del partito). In dirittura di allontanamento dall’Aula anche Leonardo Di Gioia, ex Pdl in corsa per la Camera con i montiani, e, potenzialmente anche Nicola Canonico del Centro Democratico, senza contare le grandi manovre in casa Pdl delle quali abbiamo già detto.
“Le foto di qualche assessore che stranamente campeggiano in tutta a Puglia, rappresentano, probabilmente, un goffo tentativo di coprire l’imbarazzo e sminuire l’evidente tradimento elettorale di chi due anni fa ha ricevuto piena fiducia da parte dei pugliesi”, stronca senza mezzi termini Negro, nonostante poi dall’Udc il modugnese Peppino Longo mantenga la quinta posizione nel listone per Palazzo Madama, rispedendo al mittente anche la rassicurazione vendoliana di voler “portare la Puglia a Roma”: “La pretesa ci lascia più che perplessi perché di buoni risultati, in questi anni, ne abbiamo visti veramente pochi, soprattutto nelle politiche che hanno riguardato la sanità, il lavoro, l’ambiente e l’agricoltura che insieme al turismo rappresentano le voci trainanti della nostra economia” e, quasi a rimarcare la linea, attacca sulle “numerose candidature di chi ha deciso di abbandonare la Puglia e tradire il mandato elettorale solo per ragioni di carrierismo politico”.
A proposito di candidature, sfumata al foto finish quella dell’ ex presidente della Provincia di Brindisi, e se le malelingue vedono come un cattivo presagio che dalla copertina del social Facebook di Massimo Ferrarese sia scomparso il logo con lo scudocrociato, lui commenta sibillino a poche ore dall’esclusione: “A tutti voi voglio solo dire che la consapevolezza di realizzare un progetto di cambiamento mi ha portato a rinunciare, dolorosamente, a uno scranno sicuro alla Camera dei Deputati, ma collocato nel vecchio sistema che io invece intendo contrastare con tutte le mie forze, più di prima”. Nessun allontanamento con i casiniani? “Abbiamo già chiarito tutto”, ha tranquillizzato il coordinatore regionale degli stessi, Angelo Sanza, ribadendo che l’inquilino di Palazzo De Leo “resterà sulla breccia: abbiamo ancora tanto lavoro da fare”. E chissà che, tra le cose da fare, nelle intenzioni dell'imprenditore non ci sia anche la corsa al dopo Vendola alle primarie del centrosinistra, per le quali aveva anche ottenuto un’apertura di Massimo D’Alema qualche tempo fa, che lo indicò come competitor credibile per la nomination. Per quelle però, è ancora presto. O forse nemmeno troppo.
(a.bucci1@libero.it)