
“L'anticristo della canzone. Una bomba. L'innovatore. L'uomo a cui la musica italiana deve di più. Mimmo è stato la Personalità Importante della nostra canzone, fece capire agli italiani degli anni '50 che ci poteva essere un'altra musica oltre a quella classica. Lui cominciò. Da Mimmo venne tutto il resto. Fu l'uomo della rivoluzione, con lui saltarono gli schemi e gli altri non poterono far altro che adeguarsi. ...Mimmo rappresentava il sentimento più alto dell'uomo del Sud. ...Oddio ci sono state alcune personalità interessanti, ma nessuno come Mimmo. Mai più! E non vedo in giro eredi”. Con parole cariche d’affetto e profonda ammirazione Renzo Arbore, come molti altri musicisti e non solo, ricorda e celebra il genio musicale di Domenico Modugno.
Fonte d’ispirazione continua per diversi artisti, tra i quali un altro gigante della musica italiana come Fabrizio De Andrè, Modugno viene ancora oggi annoverato tra i pilastri fondatori della poesia neomelodica italiana. Un modesto ragazzo di origini pugliesi che, anche grazie alle fortunate partecipazioni al Festival di Sanremo, è stato capace di conquistare il cuore non solo italiano ma anche del difficile mercato americano, come testimonia la vittoria di due Premi Grammy ed i milioni di dischi venduti nel mondo.
La Puglia decide così di rendere nuovamente omaggio alla vis creativa dell’uomo e del personaggio, attraverso il film documentario “Mimmo Mimino e Mimì, ossia Domenico Modugno”, scritto da Gianni Torres e diretto da Michele Roppo e Antonella Sibilia, con le musiche originali di Bungaro e Michele Ascolese e le illustrazioni di Giuseppe Laselva. Un’inchiesta originale sull’appartenenza territoriale del padre dei cantautori italiani, che ha tanto giocato sull’equivoco delle origini: prima siciliano, poi napoletano, sanpietrano e infine figlio di Polignano. Nel presentarsi alla televisione francese Modugno si è perfino inventato un luogo inesistente del messinese, indicandolo come suo paese di origine e ha peraltro raccontato di essere figlio di una tribù di zingari. Un cittadino del mondo, insomma, con radici profonde nel Sud d’Italia, di cui padroneggiava perfettamente i dialetti e le intonazioni.
L’opera sarà proiettata domenica 7 ottobre presso l’Istituto Italiano di Cultura di Colonia in Germania, nell’ambito di una serata dedicata allo stesso Domenico Modugno all’interno del “Festival All’italiana”, diretto dal musicista Alessandro Palmitessa. Alla visione del documentario, inoltre, sarà presente l’autore Gianni Torres.