Regionali, Schittulli frena:
“Primarie? Prima le regole”
Bari - Prima le regole. Chi pensava che sarebbe stato Francesco Schittulli il primo ad uscire allo scoperto per le primarie ed ipotecare la leadership della coalizione, dovrà pazientare ancora un po’. Almeno finchè non sarà definito il perimetro della contesa e non ne saranno chiari i meccanismi: consultazioni di partito o di coalizione? E con quali equilibri? “Serve aprire un tavolo tecnico, che dia pari dignità a tutte le forze politiche e definisca le regole, prima che i nomi. Chiedo lealtà e coerenza a tutti i partiti che si dichiarano di centrodestra”, manda a dire agli alleati l’oncologo gravinese. In campo, quindi, ma non a scatola chiusa.
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Le perplessità sul metodo, infatti, restano tutte, avvalorate - spiega - dalla bufera nel centrosinistra, all’indomani dei gazebo che incoronarono Antonio Decaro candidato a Palazzo di Città: “Le primarie non disciplinate sono un bluff”, attacca il professore, “e si sono dimostrate un metodo non sempre trasparente quando è avvenuto che alcuni gruppi siano riusciti a prendere molti più voti di quanti non ne abbiano poi presi alle elezioni. Oltre alla possibilità di intruppare amici di altra parte politica per favorire un candidato che si ritiene più debole e funzionale”. In compenso, rispetto ad un anno fa, è passata tanta acqua sotto i ponti e difficilmente la battaglia di Raffaele Fitto a livello nazionale, potrà trovare deroghe sul piano locale. “Il più forte partito del centrodestra, Forza Italia, ha tenuto consultazioni popolari a Lecce e Trani, Ncd le ha chieste su Bari città, i Fratelli D’Italia le hanno fatte ma voglio una legittimazione pulita”, scandisce, ribadendo di non voler essere in alcun modo subalterno all’ex Ministro di Maglie: “Non siamo degli yes men né sono mai stato lo zerbino di Fitto, che credo faccia bene a restare in Europa per il bene della Puglia”.
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Le incognite non sono poche, dal momento che correre in una competizione di soli tesserati darebbe un vantaggio importante ai nomi delle formazioni maggiori. A partire proprio dai forzisti, che potrebbero sparigliare con il leccese Paolo Perrone o Sergio Silvestris. Qual è lo spazio di manovra a disposizione tra i tour incrociati di azzurri ed alfaniani? Le urne delle Comunali sono ancora fumanti e la lettura degli schittulliani è netta. “Il cittadino chiede una responsabilità diretta della politica e non della società civile”, chiarisce l’inquilino di Via Spalato, chiamando direttamente in causa lo stesso Mimmo Di Paola, reo di aver rimarcato - prima, durante e dopo la campagna - il profilo di tecnico ed estraneo ai partiti. “Serve metterci la faccia e noi dal 2010 siamo un Movimento Politico”, puntella Schittulli, dicendosi del tutto sereno nei confronti di rumours su eventuali questioni giudiziarie a suo carico: “Possono rivoltarmi come un calzino”. E l’impressione è che valga anche per il fuoco amico.
(a.bucci1@libero.it)