Sexting e revenge porn: in campo anche i presidi con il presidente del Lazio dell'associazione Rusconi che ammonisce: “La legge è ferma, la scuola ci prova, le famiglie latitano”.
Scrive il professo Mario Rusconi, ospite della trasmissione Mangiafuoco in onda su Rai2: “Ragazzini e ragazzine scarsamente informati e poco consapevoli sull’utilizzo corretto degli strumenti tecnologici, con alle spalle genitori e famiglie distratte e poco attente, iniziano per gioco a scoprire il proprio corpo finendo poi in trappole da cui spesso non hanno la forza di uscire. Nel Regno Unito, già nel 2015 è stato introdotto il reato di divulgazione di immagini sessuali private senza consenso, e proprio in queste ore sono state inasprite le pene per chi pubblica questo tipo di foto a scopo vendicativo. In Italia una proposta di legge in tal senso è stata presentata nel settembre del 2016 ma ancora non c’è nulla di fatto. Eppure occorrerebbe non perdere altro tempo”.
A proposito della scuola, Rusconi non risparmia le critiche ai genitori: “La scuola italiana cerca di informare con gli strumenti a sua disposizione i ragazzi, ma occorrerebbe un lavoro di squadra fatto anche con le famiglie che spesso latitano in tal senso. Come associazione dei presidi del Lazio da diversi anni stiamo facendo opera di informazione ai docenti e di formazione ai ragazzi e alle famiglie. Tra le diverse iniziative il progetto etutorweb.it, con una redazione giornalistica composta da adolescenti di scuole romane di età compresa tra i dieci e i venti anni”.
Infine, le colpe del digitale: ”Non si può frettolosamente liquidare il problema addossando le colpe agli strumenti tecnologici dati in mano ai ragazzini. Dietro c’è quel vuoto sociale delle famiglie, dei genitori, che spesso scambiano internet per la tata a costo zero. L’esempio degli adulti è fondamentale per i giovani, per farli crescere con punti di riferimento chiari ed inequivocabili”.