di Alberto Berlini
Hanno scelto Roma come nuova casa. Si dice che i primi siano arrivati dal Sudamerica nascosti in qualche valigia anni fa. Poi, così colorati e alla moda, sono diventati il regalo preferito dei bambini, prima di accorgersi che di parlare e ripetere le parole del padrone proprio non ne volevano sapere. Così, stufi di un inutile animale da salotto, in molti hanno aperto le gabbie lasciando liberi i primi pappagalli.
Scientificamente si chiamano “parrocchetti” e in città nidificano e si riproducono da qualche anno, ma ora si tratta davvero di un'invasione. A Roma Nord è argomento di discussione al momento dell'aperitivo. “Ma hai visto che stormo ieri? Non riuscivo quasi a sentire la televisione dal rumore che facevano”.
Piccoli, verdi e rumorosi, visibili soprattutto al tramonto o all’alba, a Villa Torlonia stanno cambiando il nome della Casina delle Civette in quello più attuale di Casina dei Pappagalli. Avvistati fin dal 2007 questi uccelli che spesso si sentono chiamare “brasiliani” si sono ambientati perfettamente: in diversi parchi vivono colonie di parrocchetti dal collare, tutti verdi e con una coda molto lunga, mentre i più chiassosi sono gli “asiatici” parrocchetti monaco con una colorazione scura della testa e del petto e la coda corta. E da nord a sud si susseguono gli avvistamenti, come nel caso del paco dell'Appia Antica, dove un'intera colonia ha messo su casa nella zona dei “palazzi dei senatori”
Interpellata da Affaritaliani.it la Lipu lancia l'allarme: “Non sono ipotizzabili quelle che saranno le conseguenze a lungo termine, ma il nostro Picchio Rosso sta risentendo di una vera e propria invasione del suo territorio”. Sfrattato dai suoi buchi nei tronchi dall'invasore straniero il picchio è destinato a sparire dai nostri parchi. Ma non solo, il parrocchetto è frugivoro: “A Roma città i problemi sono limitati a qualche furto dai tavoli in terrazzo, ma se queste colonie dovessero raggiungere i frutteti nelle aree agricole l'impatto sarebbe davvero devastante”.