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Roma
Comunali Roma, anche le formiche del Pd nel loro piccolo chiedono Primarie

Anche le formiche, nel loro piccolo, chiedono le Primarie. Ma al momento nel Pd nessuno risponde perché, sul tema delle prossime Comunali a Roma, al Nazareno regna lo stallo.

Virginia Raggi c'è, ha portato a casa pure l'ok del soi-disant elevato Beppe Grillo e insieme hanno spazzato via l'ennesimo proclama grillino delle origini, quello del tetto dei due mandati. Carlo Calenda pure e si rivolge proprio al mondo politico da cui proviene, quello del Partito Democratico. Il centrodestra non ha ancora un candidato ed è, o forse sembra e basta, paradossale per lo schieramento che per i sondaggi ha il Campidoglio in tasca. Per non essere da meno dei dirimpettai, anche la posizione dei Dem sulle imminenti elezioni comunali è: boh. L'unico punto chiaro è: no alla Raggi (e a dirla tutta ci mancherebbe pure, dopo cinque anni di opposizione a Roma ma dopo aver ingoiato di tutto dal M5S nel governo Conte II). Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo. 

Il tandem Zinga-Bettini (colui che con Marino fece un bello scherzetto all'apparato Pd romano, che poi lo scherzetto, complice Renzi, lo restituì. A Marino e forse pure a se stesso), per la verità, vorrebbe chiudere la questione con un nome di "peso". Cioè quello dell'ex titolare del Mef Gualtieri, visto che tanto le speranze di far ritirare la Raggi per trovare una sintesi giallo-rossa al primo turno sono ormai scarse. Ma c'è vita sul mitologico territorio. Le Primarie sono ormai una tradizione in casa Pd e c'è chi ne richiede il rispetto. "Adesso basta con l'inutile chiacchiericcio politico. Subito primarie del centro-sinistra per la scelta del programma, della squadra e del candidato sindaco. E poi tutti insieme per battere le destre e l'attuale disastrosa amministrazione di Roma", scrive pugnace su Facebook Tobia Zevi, che da tempo ha gettato il cuore oltre l'ostacolo e le pastette, candidandosi a sindaco. E' in pista pure Paolo Ciani, consigliere regionale alla Pisana di Demos. "Dopo oltre un anno di pandemia, Roma soffre una crisi profonda: economica, sociale e di prospettiva. Abbiamo bisogno di nuove energie e nuovi orizzonti", dice. E magari fosse solo l'anno di pandemia. E insomma anche le formiche nel loro piccolo s'incazzano (absit iniuria verbis). Nella Capitale manca tutto: strade percorribili, nettezza urbana, infrastrutture, prospettive. E la noia non fa eccezione, se non altro per gli appassionati del teatrino della politica.

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