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Roma
Zingaretti l'immobiliarista. Uffici regionali sull'Anagnina, contratto da 16ml
Foto: LaPresse

di Claudio Roma

Nicola Zingaretti: segretario del Pd, presidente della Regione Lazio e ora anche esperto in locazioni immobiliari. Dopo il palazzo Parnasi da presidente della Provincia, la laurea arriva col palazzone ex Ericsson ex Fatme all'Anagnina per il quale il 5 giugno è prevista la firma del contratto definitivo di locazione.

Qui, ai confini della realtà urbana e dove Roma incrocia i Castelli Romani, dovrebbero essere trasferite nei prossimi mesi ben 8 direzione regionali, per un totale di circa 1300 dipendenti, in barba a ogni legge che vieta “canoni passivi”, cioè affitti se prima non è stato utilizzato il patrimonio regionale. E di spazi la Regione Lazio ne ha, a cominciare dall'ex ospedale Forlanini nel quale avrebbero dovuto convergere tutte le strutture attualmente collocate in locali in affitto e che la stessa Regione Lazio aveva progettato come il polo romano principale.

In barba agli stessi progetti regionali di riorganizzazione degli uffici e a tutte le leggi vigenti, la Regione è andata avanti nel disegno di trasformare la struttura di produzione che una volta ospitava Ericsson e Fatme in uffici, nell'estrema periferia ovest di Roma s 4 chilometri di distanza dal Raccordo Anulare.

Ora sul contratto di affitto che vale per Release Spa e le tasche dei contribuenti qualcosa come 16 milioni di euro per i prossimi 6 anni pesa il ricorso ordinario al Tar di 300 dipendenti regionali, tra cui molti dirigenti, che da venerdì si è arricchito di una richiesta di sospensiva della della delibera regionale che ha disposto la locazione dell'immobile perché la scelta dell'immobile non solo si infrange contro le leggi che obbligano gli Enti Pubblici a non affittare immobili dai privati e fronte di un patrimonio pubblico esistente, ma allo stesso piano della Regione che sognava di collocare all'ex Forlanini il “polo funzionale regionale”.

Alla richiesta di sospensiva il sindacato dei dirigenti Direr Lazio, ha aggiuntola scorsa settimana anche una diffida e una serie di richieste alla Asl di Roma e di Viterbo contenente una serie di quesiti che potrebbero far saltare l'intera operazione immobiliare. In particolare l'esigenza di un collaudo sull'intera struttura nata come area di produzione e uffici, trasformata belle intenzioni della Regione Lazio in soli uffici; la presenza di amianti e le opere di bonifica e il giallo degli ascensori, disattivati dal 2017.

Insomma, i 1300 travet regionali, non solo sono sul piede di guerra contro un trasferimento che somiglia a una deportazione nell'estrema periferia, ma a furia di lottare rischiano di far saltare l'intera operazione dai contorni oscuri. Intanto perché non si capisce la fine che dovrebbe fare l'ex Forlanini, quel complesso immobiliare che fa gola per la sua centralità e che da sempre accende gli appetiti degli esperti del metro cubo.

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