Adriano Borelli, 50 anni di bodybuilding e non sentirli

Adriano Borelli ha 71 anni ma ne dimostra almeno 10 di meno: è dritto come un fuso, sano come un pesce e forte come un toro. La stretta di mano è vigorosa, il sorriso aperto, la conversazione diretta. Conseguenza, si presume, di oltre 50 anni di bodybuilding. Di cui è, in Italia, uno dei protagonisti.
Milanese, a 14 anni va a Roma in gita scolastica. Vede le statue degli atleti al Foro olimpico. Le ammira: che bei corpi, che fisici muscolosi! Vuole diventare come loro.
Il nuoto non lo aiuta granché: d'estate attraversa l'Idroscalo per il lungo, ma il suo fisico resta mingherlino. Tutto cambia quando scopre i pesi. Gli capitano in mano una rivista, Cultura fisica; un libro, Muscoli e bellezza, dell'allora campione di culturismo John Vigna; e l'indirizzo di un rivenditore di pesi. Con gli amici fa una colletta, comprano bilanciere e manubri, portano tutto nella cantina di uno di loro e iniziano ad allenarsi.
"Ci prendevano per omosessuali, perché stavamo insieme tra uomini e perché ci tenevamo al corpo - ricorda Borelli. - Il che, nei primi anni Sessanta, ci esponeva a sfottò e insulti." Ma lui se ne infischia di cosa pensano gli altri. Dopo la cantina, comincia ad allenarsi in palestra. Il suo fisico cresce. E a 19 arriva sesto a Mister Italia. "Il culturismo era uno sport per pochi, eravamo tutti amici e dopo le gare si andava tutti a cena insieme - dice. - Nessuna rivalità, soltanto affetto reciproco per la nostra comune passione".
Nel 1963 trasforma la sua passione il lavoro. Apre lo Sporting Club Leonardo da Vinci: 250 metri quadrati vicino alla Stazione Centrale. Perché il riferimento a Leonardo? "Perché lui era l'italiano che aveva ripreso gli studi sul corpo fatti, duemila anni prima, dai greci. C'è un filo diretto che collega Fidia, Prassitele, Scopa - i grandi scultori ellenici - e lui".
La sua palestra è all'avanguardia. Ha successo. Nel '71 si trasferisce in via Natale Battaglia, accanto a Piazzale Loreto, dove tutt'ora si trova. E raddoppia gli spazi. Negli anni, arriveranno a decuplicarsi. Come i clienti. Dagli anni Ottanta anche donne.
Borelli è il primo, con Francesco Conti, a capire che l'allenamento dev'essere personalizzato a seconda del cliente. Un ragazzo di vent'anni non può allenarsi come un uomo di sessanta. O come una donna. I corpi sono diversi, le esigenze sono diverse: "Così siamo passati dalla ricerca della pura forma estetica a quella della funzionalità e della salute". Per dare a ciascuno ciò di cui ha bisogno servono istruttori. Ma mancano gli esperti di fitness: "Chi veniva dalla facoltà di Scienze motorie non capiva molto del settore, così mi sono scervellato per trovare la soluzione". Che gli arriva con un libro. Nel '92 la moglie gli regala "Bodybuilding: a scientific approach" dell'americano Frederick Hatfield, il primo testo sul bodybuilding scientifico. Guarda caso, di lì a poco, alla fiera del fitness di Rimini, si imbatte nell'autore. E stringono un accordo. Negli Usa Hatfield ha fondato la Issa, la scuola che certifica i fitness trainer, e che sta andando alla grande. Borelli la porta in Italia. Da allora ha diplomato oltre 6mila studenti, che lavorano nelle palestre di tutta la penisola.
"Credo di essere stato due volte un pioniere - sorride. - Negli anni Sessanta ho aperto la prima palestra moderna; e negli anni Novanta ho portato professionalità tra gli istruttori". Continua ad essere un pioniere anche adesso. Collabora con medici, fisiatri, fisoterapisti. Per offrire il meglio dell'allenamento a qualsiasi età.