Il notaio conferma/ Acquistare casa insieme al convivente: rischi e tutele
di Maria Adelaide Amati Marchionni – Notaio in Sala Bolognese
Acquistare un immobile insieme al proprio convivente (in assenza di matrimonio) richiede cautele specifiche, soprattutto se per ragioni fiscali il bene sarà intestato solo ad uno dei conviventi, nonostante entrambi contribuiranno in parti uguali a pagare il prezzo.
Vediamo nel dettaglio le cautele da adottare.
Gli acquisti immobiliari di persone non legate da vincoli matrimoniali vanno trattati con la massima attenzione, per evitare di incorrere in problemi successivi che potrebbero presentarsi o, quanto meno, per limitare i relativi “danni”.
Quando l’immobile viene intestato ad entrambi i conviventi c’è chiaramente una maggiore tutela dato che ciascuno può vantare un diritto su una quota del bene. Quando invece l’acquisto viene concluso da un solo componente della coppia di fatto, partecipando l’altro solo finanziariamente alla compravendita, la situazione si complica. Le ragioni che possono spingere a tali scelte possono essere di diversa natura anche se spesso sono legate a risparmi fiscali; in questi casi può essere opportuno siglare un accordo a parte tra i partners, sia per far risultare il contributo economico ricevuto che per regolare eventuali e futuri impegni di restituzione o di ritrasferimento tra gli stessi.
Nel caso di cessazione del legame affettivo, uno dei principali problemi patrimoniali che i conviventi si trovano ad affrontare riguarda la sorte dell’immobile acquistato dagli stessi, insieme o isolatamente da uno solo dei due. La scelta da prendere in occasione della crisi di coppia si fonda sul libero accordo dei conviventi, non potendo gli stessi ricorrere all’autorità giudiziaria affinché decida sull’assegnazione del bene, come invece accade nei casi di separazione o di divorzio tra coniugi. Sicuramente un accordo in tal senso assunto preventivamente potrebbe facilitare la risoluzione di tali controversie.
Infine può essere consigliabile tutelarsi per il caso di morte prematura di uno dei due compagni. La legge ad oggi non riconosce diritti successori a favore di soggetti legati da vincoli “di fatto” e per tale ragione è suggeribile predisporre un testamento. Con questo strumento si potrebbe, ad esempio, lasciare l’immobile ove si convive al proprio partner; così facendo si può assicurare a chi non ha diritti reali sulla casa (o ne ha magari solo su una quota della stessa), di usufruirne anche dopo la morte del titolare, evitando cosi scomode e spiacevoli discussioni con altri parenti.