La ruggine del caffè destabilizza il Sudamerica. E Obama teme una invasione di migranti
Una piantagione di caffé sana assomiglia a un’enorme distesa di foglie verdi e bacche rosse. Adesso però – riporta Lookout News - alcuni terreni coltivati in America Centrale (e in parte anche in Sud America) sono cominciati a diventare giallastri. La colpa è della cosiddetta “ruggine del caffé”, un virus prodotto dal fungo Hemileia Vastatrix, conosciuto anche come “roya”. Si tratta della peggiore piaga che da quarant’anni a questa va a colpire i principali Paesi produttori di caffè delle Americhe.
Gli effetti di questa crisi dilagante preoccupano anche gli Stati Uniti. Washington teme infatti che la perdita di posti di lavoro in tutti i settori della catena di produzione e vendita del caffé possa destabilizzare tutto il Centro e Sud America, creando problemi per la sicurezza e per la già complessa gestione dei flussi migratori.
Per prevenire possibili ripercussioni entro i propri confini gli USA hanno annunciato la donazione di 3,6milioni di euro al Dipartimento di Ricerca Agricola dell’Università del Texas, a cui è stato affidato il compito di impedire il diffondersi della “ruggine del caffè”. Secondo i dati del Dipartimento di Stato americano “si tratta della peggiore crisi dovuta al virus roya dal 1976”. Le cifre diffuse dall’Organizzazione Mondiale del Caffé rivelano che il fenomeno ha ormai coinvolto il 30percento delle piantagioni e che c’è il rischio che si perdano 374mila posti di lavoro.
La situazione più grave in questo momento è nel Guatemala dove, in seguito all’accertamento delle perdite di 260milioni di dollari solo in un anno è stato dichiarato lo stato di emergenza sanitaria. Gli altri Paesi che hanno registrato ingenti perdite sono Honduras, Jamaica, El Salvador, Panama, Nicaragua, Repubblica Dominicana e Costa Rica, Stati da cui proviene il 14percento della produzione mondiale di caffè e dove è andato perso il 40percento della produzione totale. In Messico, in Colombia e in Perù gli effetti del fungo Hemileia Vastatrix finora sono stati contenuti, ma i contadini rimangono in allerta.
Secondo il portavoce della Specialty Coffee Association of America, Eric Rhinehart, “l’infezione è dovuta a una combinazione di temperature più alte del normale e a forti piogge, i contadini non erano preparati”. Mentre secondo le stime dell’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID) qualora non dovesse essere trovata una soluzione in tempi brevi, nei prossimi anni la produzione di caffé subirà un calo tra il 15% e il 40%.