Referendum sull’indipendenza, la Scozia in campagna elettorale
di Mariella Colonna
Qualche giorno fa è partita la campagna per il referendum sull’indipendenza della Scozia, che ha l’obiettivo di condurre gli scozzesi a pronunciarsi sull’Atto di Unione che portò 307 anni fa, nel 1707, alla fusione del Regno di Scozia con quello d’Inghilterra. La ragione che spinge gli scissionisti a chiedere l’autonomia è quella di elevare il loro tenore di vita grazie al diretto controllo delle riserve petrolifere del Mare del Nord.
Secondo i sondaggi gli elettori pro-unione sarebbero la maggioranza, ma è notizia dell’ultima ora che circa il 30percento degli scozzesi potrebbe pronunciarsi per il ‘sì’. Nel caso dovesse essere così, si è calcolato che ‘ciascun abitante avrebbe in più all’anno circa 1.230euro’ ha spiegato il primo ministro scozzese, Alex Salmond, intervistato dalla BBC, alla quale ha aggiunto che ‘una Scozia indipendente comincerebbe la sua esistenza con solide finanze pubbliche e potrebbe veder crescere la propria economia di oltre 6miliardi di euro all'anno fino al 2029/30’.
Il primo ministro inglese David Cameron, tramite il segretario del Tesoro, Danny Alexander, ha invece replicato che in caso di indipendenza ‘gli scozzesi non potranno contare su molte risorse disponibili per i servizi pubblici’. Mentre rimanendo uniti, il futuro della Scozia ‘sarebbe più sicuro, finanziariamente più forte e socialmente più sviluppato. Ogni cittadino potrebbe contare su un bonus di circa 1.700euro annui’.
Il partito separatista scozzese (SNP - Scottish National Party) intende rinunciare al controllo diretto di Westminster, mantenendo però ciò che viene definito il ‘bene comune’. Vale a dire, la moneta e la monarchia. Ma, George Osborne, ministro delle Finanze britannico, ha fatto sapere che il Regno Unito non è disposto ad accettare di condividere la sterlina se - al referendum - dovesse vincere la parte che auspica la secessione: ‘se la Scozia lascia il Regno Unito, lascia anche la sterlina’, ha sottolineato.
In forse anche i rapporti con l’Unione europea. L’ex presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, lo scorso febbraio ha sentenziato che sarebbe ‘difficile, se non impossibile’ per una Scozia indipendente aderire all'Ue perché l'adesione di uno Stato all’Ue proveniente da un Paese membro ‘deve essere approvata da tutti i membri dell'Ue’. I contrasti con l’Inghilterra dunque potrebbero costarle molto cari. A meno che Jean-Claude Juncker non venga nominato a capo della Commissione e David Cameron decida di uscire dall’Unione.