L'Iraq islamico scopre il turismo. La lingua del business è l'inglese
Il turismo è la nuova frontiera dell'avanzata jihadista dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante.
I miliziani di ISIS, lo Stato islamico dell'Iraq e del Levante, si sono dati alla promozione turistica delle terre del califfo Abu Bakr al-Baghdadi. Lì possono recarsi - senza correre alcun pericolo - tutti i jihadisti del mondo. Il turista tipo - secondo una fonte siriana - è un musulmano con fede islamica, veste afgano e parla inglese, aiutato per la comprensione dei luoghi da un interprete. Sugli autobus turistici non si viaggia armati perché la sicurezza è curata da una scorta pronta ad intervenire in difesa del turista, ultima - in termini cronologici - fonte di economia per il Califfato. Il costo del tour è calcolato in base alla durata del viaggio, le corse sono effettuate due volte la settimana, il mercoledì e la domenica, e durante il percorso si ascoltano via radio testi jihadisti. Il territorio promosso turisticamente va dalla parte orientale e settentrionale della Siria, attraversa il confine con l'Iraq sino a raggiungere l'estremità nord-occidentale. Infatti, un itinerario proposto ha una durata di due settimane con partenza dalla città siriana di Raqa fino ad Anbar in Iraq.
Un operatore turistico di ISIS racconta che tra i primi a scegliere questa tratta per la luna di miele sarebbero stati un giovane ceceno di 26 anni ed una ragazza siriana. La coppia - partita da Tal Abyad, situata al confine turco con la Siria, e giunta ad Anbar - si è sposata, dopo aver fatto il viaggio separatamente perché, in osservanza della versione più radicale dei precetti religiosi islamici, le donne devono sedere alle spalle degli uomini. Durante il percorso si è liberi di scendere dove si vuole e non c'è bisogno di un passaporto per attraversare il confine tra Siria e Iraq.
Gli autobus che effettuano questi viaggi sono sotto il controllo del Califfato islamico, ma non sono ad esclusivo uso turistico. Sono infatti utilizzati anche da passeggeri che vivono nel nord della Siria e che si recano a far visita ai loro famigliari oltre il confine con l'Iraq, da coloro che si spostano per affari e da chi scappa dai bombardamenti in corso in Siria.
Insomma, dopo i massacri, i rapimenti, le lapidazioni in pubblico, la presa dei giacimenti petroliferi tra l'Iraq e la Siria, i miliziani di ISIS fanno business promuovendo pacchetti turistici per conoscere i luoghi sacri del Califfato Abu Bakr al-Baghdadi.
Mariella Colonna