Padre Mariano/ La domenica della GIOIA
Continua la rubrica di Affaritaliani.it Padre Mariano, curata dal Movimento Sacerdotale Mariano. Ogni weekend riflessioni sulle sacre scritture
di don Bruno Armanini e Michèle Leks
Domenica della Letizia (in Laetare)
Il cadere nell’abisso della disperazione non è solo la sorte di chi ne ha motivi oggettivi materiali, anche figli di papà o gente rispettabile sempre più sperimentano l’angoscia della depressione, l’annientamento delle crisi di panico o vengono risucchiati da ogni sorte di dipendenze. Dove sono finiti chi soffre, i ragazzi sbandati, gli alcolisti, i barboni, i disoccupati, i manager affermati ma infelici, e tante persone impaurite e sole, che patiscono il peso di una società disumanizzata che ha smarrito la preziosità delle relazioni autentiche? Sono lì dove l’amore non penetra, sono lì dove la luce non c’è, sono lì dove nessuna speranza muove la volontà. Quel luogo è ben individuato dagli antichi col nome di ‘inferi’. Esso descrive la orrenda situazione dell’anima staccata da Dio. Quest’anima ristagna tristissima nell’abisso creatosi tra Cielo e terra al momento della “Caduta” dei progenitori. Situazione non solo esistenziale, ma vuoto spirituale prima ancora che psicologico. Agli inferi erano le anime dei Giusti dell’Antico Testamento prima che il Dio-uomo ristabilisse il ‘Ponte’ tra Cielo/Dio e la Terra/uomo. In quel luogo della separazione ove si aggira l’ombra della morte è sceso il Salvatore. Da quel luogo ‘non luogo’ è possibile risorgere a vita nuova e credere ancora nel futuro?
Questa terza domenica dell’Avvento (cioè del tempo che ci prepara al Natale) è quella della GIOIA – in laetare – che scocca come una scintilla di luce per il contatto ristabilito tra Creatore e creatura. Ecco la Gioia che non ha nulla a che fare però col piacere dei sensi.
Questo ritorno alla Comunione molti l’hanno, anzi la stanno sperimentando. In molti vivono la risalita dagli inferi senza Dio all’incontro con il Dio Vivente che lì è disceso, verso la Gioia dello sposalizio dell’anima con il Signore dell’Io. Molti di questi disperati testimoniano d’aver cambiato vita e di essere rinati. Ma dove ? quando? grazie a cosa ciò è avvenuto? Un gigante come Chiara Amirante, – da vent’anni in prima linea con la comunità “Nuovi Orizzonti” – per esempio – ha reso possibile quel miracolo, dopo averlo vissuto in prima persona. Avviene lo stesso alla comunità Cenacolo come in molte altre. Vi arrivano infatti giovani che hanno inseguito la felicità seguendo le indicazioni del mondo: sesso, carriera, belle macchine, dipendenze da piaceri artificiali… e potere. La via alla risurrezione, praticata in comunità come queste, ha un nome e cognome e si chiama Gesù Cristo, è la “medicina” chi si assume tramite la ‘cristoterapia’.
L’Avvento, questo tempo dell’attesa, propone di inibire gli anticorpi per non rigettare il trapianto dell’Io Cosmico del Cristo nel nostro io umano che il Natale annuncia. Nelle comunità dove quella terapia è attuata ogni giorno dell’anno, dove si vive intensamente quell’attesa, la gioia regna sovrana. Lì entrano relitti umani, escono uomini e donne ricostruiti. Chi vuole può incontrare questi testimoni, sul Web o di persona durante le “missioni di strada” dove portano in prima persona quella gioia che hanno ritrovato. Testimoni di essere figli di Dio, come ognuno di noi, hanno scoperto il Prodigio che sono, cioè il potenziale inespresso che sta nel ‘Progetto’ che Dio ha per ognuno di noi, e lo attuano per non fuggire di fronte a tutto ciò che di doloroso e meraviglioso la vita regala loro. In Dio Padre, Figlio e Spirito Santi vivono questo Progetto, con la Providenza di Dio lo condividono e vivono, già ora, nella gioia della risurrezione. Vedere per credere!