Padre Mariano/ San Giuseppe, l’archetipo del maschile
Continua la rubrica di Affaritaliani.it Padre Mariano, curata dal Movimento Sacerdotale Mariano. Ogni weekend riflessioni sulle sacre scritture
di don Bruno Armanini e Michèle Leks
Come si sa i preparativi per ogni iniziativa anche minima richiede tempo, ingegno, dispendio di energie, coinvolgimenti vari ,per un Evento come il Natale non ne parliamo . In questo specifico caso trattandosi nientemeno che del Progetto Base di tutto il cristianesimo cioè della conquista e l’ accrescimento della Libertà in pienezza, gli ‘sforzi’ dovranno essere massimi. Pena quasi l’ inutilità delle feste. Commemorare l’ orrore della Grande guerra è per evitarne delle altre, far memoria del Natale e di tutti gli altri Misteri cristiani è invece per superare il tempo e rendere attuale e agente il Mistero. L’attualizzazione libera nel profondo ognuno e diffonde in tutte le componenti dell’ umanità la Forza che trasforma il singolo nel Corpo Mistico di Cristo stesso nella misura della cosciente adesione di ogni uomo.
Già il dire questo non è semplice, realizzarlo in mezzo a un mondo intasato da preconcetti e orgoglioso è umanamente impossibile.
Ecco perché la Chiesa nella sua Sapienza incarnata, ha affidato la Regia del tutto – chiamiamola così – a due big come Maria Santissima e San Giuseppe. Per tutto il mese di Dicembre Maria, la Regina degli Angeli e dei Santi è la ‘Regista’ di tutto il programma. È Lei che ci prende per mano settimana per settimana.
Alla sua scuola l’ascolto dei personaggi dell’A.T. come Isaia, Geremia, Zaccaria, Elisabetta, ecc. e del N. T. suoi contemporanei diventa una meditazione capace di preparare adeguatamente il cuore del singolo e della comunità orante, in una culla accogliente. E’ Lei che ci rende contemporanei ai pastori, ai Re e a San Giuseppe.
La liturgia di questa 4° domenica ci avvicina a S. Giuseppe che visse il mistero di una Madre rimasta incinta per opera dello Spirito Santo. Egli in questa circostanza drammatica non specula, non si lascia travolgere da emozioni istintive, bensì contempla. Comprenderà ciò che vede in Maria quando saranno gli angeli a guidarlo, penetra quel mistero sulle ali dell’amore devozionale; si ritira piuttosto in disparte, con rispettosa venerazione, abbandonandosi ai voleri di Dio: ecco la sua forza. Il maschile che non indica se stesso come modello, come punto di riferimento, ma leva gli occhi in alto per segnalare dove sta il proprio centro gravitazionale.
Giuseppe dunque ubbidisce all’ispirazione, prende così con sé Maria, sua sposa , per adempiere la volontà del Padre e potrà quindi dare alla luce suo Figlio. Così diventa strumento docile nelle mani dell’ Altissimo, Lui creatura diventa il Salvatore del suo stesso Salvatore che è anche il suo Creatore. Giuseppe non vuole nulla per sé, perché intende essere semplicemente strumento a disposizione di Dio. Sarà però Lui, Giuseppe, in tutta obbedienza, a dargli il nome, quel nome attorno al quale rotea l'universo e per volontà del quale ogni cosa è stata creata: Gesù, il Messia, il Redentore perenne che si è fatto carne. Se noi in Giuseppe contempliamo questa ineffabile meraviglia, allora questa contemplazione ci trasforma. Solo allora sarà Natale anche per noi. Sarà nell’oggi che il Logos si incarna nella mia stessa carne. Ecco la magia sacra della Liturgia dell’Avvento.
“Ave Giuseppe, uomo giusto, la Sapienza è con te. Benedetto sei fra tutti gli uomini e benedetto è Gesù, il frutto di Maria tua sposa fedele. San Giuseppe, degno padre e protettore di Gesù Cristo, prega per noi peccatori e ottienici da Dio, la divina Sapienza adesso e nell’ ora della nostra morte. Amen.”