Alta qualità senza compromessi: quando il lusso è sostenibile
di Maria Antonietta Porfirione Todaro
Vicepresidente PLEF

Alcuni giorni fa, presso il MIP Politecnico di Milano, ho potuto assistere ad un momento speciale, in cui le tante attese che da anni la nostra Fondazione, che dal 2003 si occupa di sviluppo sostenibile, ha cercato di rendere possibili attraverso un consapevole lavoro di sensibilizzazione e assistenza alle imprese, si sono materializzate nell’evento “Alta qualità senza compromessi: multilocalizzazione e sostenibilità”. A questo incontro, moderato da Alessandro Brun direttore di Elective Design&Luxury Management del MIP, hanno partecipato David Bagnara (direttore acquisti del Gruppo Loro Piana) e Emanuele Bertoli (fondatore di Berbrand srl) che da anni operano nel mercato del lusso facendo della qualità senza compromessi la loro missione.
Il tema dell’incontro si è dipanato sull’importante valenza economica, sociale e ambientale che il lusso rappresenta e della forte spinta che esso può dare alla produzione italiana specie in questo momento di crisi. Tanto che il MIP introdurrà un nuovo Master Internazionale in Luxury Management dal prossimo anno accademico. Lo stesso moderatore ha sottolineato come le aziende operanti nel settore del lusso per giustificare il loro posizionamento siano obbligate a scegliere le tecnologie più avanzate e le sfide creative più innovative con filiere produttive senza alcuno spreco e danno per l’ambiente.
Questa premessa è stata perfettamente esemplificata per Loro Piana da David Bagnara, che ha illustrato la filosofia di un’azienda leader, che ha saputo evolvere nella sua lunga storia, visto che nasce nel 1924, attuando sempre scelte selettive di alto profilo attraverso l’impegno di una famiglia che ha fatto dell’italianità la sua bandiera, soprattutto a partire dagli anni Novanta quando da etichetta tessile si trasforma in un vero e proprio brand. Nel 1999 l’azienda passa da un orientamento B2B a un orientamento B2C aprendo i primi negozi monomarca; oggi i negozi Loro Piana nel mondo sono circa 140 e l’azienda ha ampliato i propri orizzonti produttivi indirizzando la produzione anche sui tessuti per l’arredo, vantando un importante sviluppo in investimenti e fatturato (oggi pari a 600 milioni di Euro) e non è lontano il momento in cui arriverà a superare la soglia del miliardo di Euro.
Tutto questo è stato possibile proprio perché all’italianità degli stabilimenti, che tranne pochissime eccezioni, sono concentrati sul territorio italiano, dove sono state particolarmente curate e valorizzate le capacità artigianali degli operatori insieme all’utilizzo di una tecnologia d’avanguardia, si unisce una meticolosa ricerca all’estero delle materie prime per i suoi tessuti di straordinaria qualità. Ci è stato chiaro quanto una grande realtà economica come quella possa incidere positivamente in varie parti del mondo portando benessere a popolazioni in difficoltà e contribuendo alla conservazione dell’ambiente. Avendo individuato il profilo del consumatore Loro Piana (30+, attento alla qualità, con un reddito elevato, viaggiatore, appassionato di sport…), l’azienda ha delineato come sua strategia quella di realizzare una leadership nei tessuti di lusso, attraverso il lancio di prodotti finiti, con particolare rilevanza alla supply chain aziendale che parte dalla scelta delle materie prime per arrivare alla distribuzione. Fiore all’occhiello dell’azienda è il continuo controllo di qualità lungo tutto il processo: in media la lavorazione di un tessuto dura circa 40 giorni e durante questo periodo ogni singolo metro viene controllato dalle 4 alle 6 volte per garantire con attenzione estrema la massima qualità attuabile con l’attuale tecnologia.
Ma è stata soprattutto la presentazione, anche attraverso l’uso di filmati, dei principi applicati al reperimento delle principali materie prime scelte dalla società, che i presenti hanno potuto apprezzare appieno il valore della sostenibilità applicata alla produzione con intelligenza e sensibilità.