Non è vero che torniamo indietro. Ormai l'Italia è un Paese nuovo
Di Emanuele Plata
Qualcuno dice che le condizioni italiane sono tornate ad essere quelle del dopoguerra. Questo qualcuno ragiona solo col portafoglio. Tutto è cambiato e quello che resisteva al cambiamento, sta cambiando ora. Mi riferisco alle prassi, ai riti, tutto è destinato ad essere diverso, non necessariamente più ricco in quantità, ma probabilmente più ricco in valore.
La chiesa di FRANCESCO sarà più ricca di quella di PIO XII; qualcuno pensa che se spariscono i gentiluomini del papa, ovvero la nobiltà cosiddetta "nera", la chiesa sarà meno ricca? Qualcuno pensa che dire messa con meno paramenti vorrà dire avere una liturgia più modesta?
Al Parlamento viene proposto di tagliare 42 milioni di euro di spese: qualcuno pensa che era meglio comprare e vendere i deputati a suon di milioni in un emiciclo senza limiti di spese? I partiti non trovano punti di compromesso accettabili per dar luogo ad una proposta di governo: qualcuno pensa che il lavoro dei saggi chiamati dal presidente sia peggio di un procedimento oscuro di astensioni e di condizionamenti?
Il Presidente rimane al lavoro e si mette alla testa di 10 saggi che invita a lavorare per il paese sui punti della riforma costituzionale, delle riforme economiche necessarie per l'Italia e l'Europa, qualcuno pensa che sia un uomo stanco e senza idee?
Tra i saggi, il Presidente chiama Giovannini, il numero uno dell'Istat, e la televisione lo etichetta segnalandolo come l'uomo che sta introducendo indicatori complementari al PIL, qualcuno pensa che sia roba da ridere? Grillo propone di fare un referendum tra i loro iscritti per la personalità da proporre per l'elezione del prossimo Presidente della Repubblica: qualcuno pensa che sia la solita misura populista?
Ma più in generale, cosa vuol dire oggi populismo? Più in generale, se Wikipedia è fatta da volontari, se si possono fare società col crowd funding, se si possono fare petizioni mondiali su internet, se si possono sviluppare progetti in condivisione, se si possono usare archivi e tecnologie sulla nuvola assieme a tanti altri. Se tutto ciò è fattibile, forse vanno adottate nuove modalità.
Noi in PLEF diciamo che i bisogni sono sempre gli stessi, cambiano i modi di soddisfarli; Einstein diceva, mi pare, che nulla si scopre di nuovo, si riscopre quel che già si sapeva ma in modi diversi. E' il cambio generazionale che, in sintonia con fenomeni astrali e condizioni geoclimatiche, determina scatti evolutivi.
In questi casi, senza ritirarsi, ma con saggezza, bisogna vedere cosa è capace di fare la nuova generazione, bisogna essere ottimisti e gioiosi, curiosi e non egoisti, guardare ed assistere con spirito di servizio la biforcazione che si avvicina alle nostre scelte: da un lato si può decidere per difendere, per non rischiare di prendere consapevolezza ma di trincerarsi sui vecchi errori, dall'altro si può decidere di rischiare per il diverso, per il condiviso, per il decentrato, per la responsabilità. Una strada porta probabilmente al collasso, l'altra porta al rinascimento.
Vuoi vedere che anche questa volta tutto ciò può accadere, in primis in Italia, grazie ad un gesuita che viene dal sud del mondo e grazie ad un comunista che sembra più giovane da vecchio?
Noi che vediamo giovani, imprenditori, inventori, volontari, pensionati e start upper, che registriamo sogni e ideali alla ricerca di piani organici e che troviamo tanto entusiasmo quando diciamo che il segreto sta nell'immaterialità, non abbiamo paura del confronto col dopoguerra e, se anche fosse, non dimentichiamo che in quegli anni la generazione dei nostri padri o dei nostri nonni ha scritto il meglio di sé, ora lasciamolo scrivere ai figli e ai nipoti.