Elisabeth Arden, della quale ricorre il cinquantenario della morte, aveva iniziato seguendo la produzione di creme per le ustioni. Da lì capacità imprenditoriale e grande istinto ne hanno fatto un colosso mondiale. Già allora affermava “ Ogni donna ha il dovere di essere bella” e la fabbrica della bellezza non è mai stata in crisi.
Certo, viviamo nell’epoca dei selfie, in cui la bellezza è una necessità paradossalmente immediata, ma per ottenere risultati bisogna anche riflettere, studiare e capire fin dove si vuol essere bamboline.Non c’è più scampo al retro pensiero ma, a pensarci bene, è più che giustificato.
“Come stai bene!” e ti fissano con complicità della serie “A me lo puoi dire! “quasi a farti abbassare lo sguardo
“Cosa hai fatto?????” col sottinteso ‘punturine, botulino, macchinario, lifting…?’
Ora: ‘Ma saranno affari miei ? Se voglio te lo dico io! e poi…diciamacelo…guardati tu!’.
Oppure: ”Ti trovo in forma, hai fatto il tagliando?” e il dubbio ci assale ‘ Mi hanno scambiato per un’auto?’, d’epoca naturalmente!
Ciò non toglie che far trascorrere gli anni bene è una questione di dovere, è qualità di vita.
Negli ultimi tempi, passati gli estremi dei canotti, le persone hanno acquisito una maggiore consapevolezza del limite verso cui spingersi. E per fortuna! È come fosse terminata la fase ‘anti aging ad ogni costo' ma fosse arrivata la fase dell’armonia del corpo e del viso.
La bellezza, quella che resta e riflette, non quella effimera, è stile, immagine ed essenza.
L’Economist invita ad immaginare ‘un mondo in cui l’invecchiamento sarà abolito’. E non sembra più impossibile che degli ottantenni facciano la maratona di New York. Le persone si informano, seguono dei regimi, adottano uno stile. Lo stile è una scelta, che comporta equilibrio nel mantenere e cercare la bellezza.
E per dirla come Dostoeveskij ‘la bellezza salverà il mondo’ e io aggiungo ‘anche l’eleganza’.
Fb. Buone maniere contemporanee