L'espiazione di Paolo Brosio dipende dall'anestesia?
Non c’è limite al peggio. Ostentare la malattia quando si è personaggi pubblici, o ci si reputa tali, è di pessimo gusto. Buon ultimo della serie Paolo Brosio, dal letto d’ospedale, posta su FB la sua foto ad intervento all’anca felicemente concluso. Ed aggiunge: “ho sentito il profumo di nuvole e Paradiso”. E ancora: ”Potete immaginare quanto ho pregato a fior di labbra, tutte le Ave Maria: me le sono sparate una dietro l’altra e quando sentivo dei colpi o i rumori della sega elettrica pregavo anche il Padre Nostro…! Eh sì, è proprio vero che quando siamo nel pericolo, nel dolore, nella difficoltà, allora si prega con il cuore più aperto e con tanta intensità. E tutto questo ci fa capire che le tribolazioni della vita sono non una sciagura ma una benedizione del Cielo, perché così diventiamo più buoni, più miti più umili e le nostre preghiere arrivano direttamente al Cuore Immacolato di Maria e al Sacro Cuore di Gesù”.
I casi sono due: o l’anestesia per una protesi d’anca ha avuto effetti violenti e, speriamo, non irreversibili o il soggetto in questione non ha limiti. Il giornalista imputa il logoramento delle ossa alla sua passione per lo sport: bicicletta, maratona e altro. Forse si sente l’antagonista di Moser o di Usain St.Leo Bolt. Ma loro, da veri sportivi e non da apprendisti domenicali, non si sarebbero mai fatti una bandiera di un intervento chirurgico.
Non gli verrà il dubbio che ci siano intere corsie di malati, con patologie assai più importanti, che non si sognano nemmeno lontanamente di strumentalizzare il loro dramma e si vestono solo della loro dignità? Persone magari sole, che non hanno parenti intorno e cui spesso non è data nemmeno la forza di essere autonomi? Ecco, loro sono i veri eroi.
Rimpiangiamo la Mamma di Paolo Brosio che era persona arguta e ironica con un’unica ombra: aver messo al mondo un personaggio che utilizza espedienti assai poco eleganti pur di avere qualcuno che si accorga di lui.
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