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Salute e tecnologia, come l’intelligenza artificiale sta ridefinendo la comunicazione medicale
La ricerca condotta dall’Università IULM al centro di “Comunicare la salute”, il primo laboratorio di idee promosso da ab medica

I sette trend per la comunicazione sanitaria del futuro
La comunicazione della salute sta cambiando volto, spinta dall’intreccio fra innovazione tecnologica, trasformazioni culturali e nuovi bisogni sociali ed è oggi un fattore determinante nel costruire fiducia, orientare le scelte dei pazienti e contribuire alla qualità della cura. E’ su queste basi che nasce la ricerca condotta dal CECOMS – Università IULM, diretta dalla prof.ssa Stefania Romenti, un’analisi predittiva delle direzioni future della comunicazione medicale con approcci data-driven, in collaborazione con ab medica, azienda italiana leader nell’innovazione tecnologica e nella digital health.
Obiettivo della ricerca è quello di comprendere come l’intelligenza artificiale sta contribuendo a ridefinire il modo in cui la salute viene raccontata, percepita e condivisa, mappando le traiettorie emergenti e le differenze generazionali che plasmano l’esperienza del benessere contemporaneo e fornendo una visione d’insieme sulle nuove forme di linguaggio, fiducia e partecipazione.
I risultati hanno rappresentato la base su cui si è sviluppata la giornata di confronto “Comunicare la salute. Bisogni informativi e direzioni future della comunicazione medicale”, promossa da ab medica e dedicata a esplorare il futuro della comunicazione attraverso il dialogo tra media, strutture ospedaliere e mondo accademico.
“Comunicare la salute significa per noi partecipare con responsabilità alla costruzione di una cultura della cura solida e condivisa, commenta Elena Spigarolo, communication director di ab medica. Interpretiamo la nostra visione di innovazione e il ruolo di partner del sistema sanitario spingendoci oltre l’innovazione tecnologica, con l’impegno di generare conoscenza, fiducia e consapevolezza”.
L’indagine della IULM, basata su piattaforme di analisi predittiva e modelli linguistici generativi, tra cui Nextatlas, Glimpse ed Exploding Topics, ha esplorato migliaia di conversazioni digitali, rapporti internazionali e studi accademici individuando i sette trend che stanno ridefinendo la comunicazione della salute.
“La comunicazione della salute — commenta Stefania Romenti, Professore Ordinario di Comunicazione Strategica e Direttore CECOMS, Università IULM - sta diventando un ecosistema di fiducia e partecipazione, dove l’intelligenza artificiale può contribuire a rendere la cura più empatica, spiegabile e condivisa. Nella nostra ricerca abbiamo visto emergere nuovi linguaggi: la prevenzione come infrastruttura sociale, la salute emotiva come bene collettivo e la trasparenza tecnologica come forma di etica. È un cambiamento che restituisce centralità alle persone e alla relazione come fondamento della cura e in cui l’innovazione trova il suo volto più umano.”
I principali insight della ricerca:
La prevenzione evolve da gesto individuale a infrastruttura sociale, sostenuta da linguaggi empatici, pratici e collettivi. La prevenzione emerge come primo asse di trasformazione: cresce dell'86% l'interesse verso pratiche preventive, e oltre la metà dei cittadini europei (52,8%) si dichiara disponibile a condividere i propri dati di salute con operatori sanitari.
La salute emotiva entra al centro del discorso pubblico come responsabilità collettiva, superando lo stigma della fragilità. Le narrazioni di “vulnerable moment” crescono del 150%, e nella GenZ, oltre il 52% dichiara sintomi di burnout.
La fiducia torna a essere il principale capitale simbolico della sanità, fondata su trasparenza, spiegabilità e accountability. In Europa, l'82% dei cittadini dichiara che maggiore trasparenza sui limiti dell'AI aumenterebbe la fiducia. Per le nuove generazioni, la fiducia passa dalla trasparenza delle fonti: il 72% della GenZ non considera affidabile un'informazione sanitaria online senza indicazione delle fonti.
L’intelligenza artificiale si afferma come strumento empatico e spiegabile, capace di restituire calore alle interazioni digitali. Gli ospedali che investono nella comunicazione interna e nello storytelling relazionale ottengono maggiore adesione dei pazienti e reputazione esterna.
L’innovazione radicale, dalle biotecnologie alle interfacce neurali, chiede linguaggi equilibrati e inclusivi: la comunicazione dell'innovazione deve spiegare ciò che è sperimentale e ciò che è applicabile, per non erodere fiducia. La Gen Z e i Millennials, più esposti ai contenuti divulgativi online, chiedono linguaggi semplici, storytelling accessibile e fonti verificabili.
La transizione demografica riscrive la longevità come risorsa sociale. L'invecchiamento non è più una fragilità, ma una risorsa sociale: il 63% degli over 70 partecipa ad attività di volontariato o supporto familiare. Comunicare la salute, in questa prospettiva, significa raccontare la longevity positiva, una longevità che genera valore.
L’ibridazione culturale tra Oriente e Occidente ridefinisce la salute come esperienza culturale e comunitaria. Negli Stati Uniti il 45% dei consumatori ha integrato pratiche orientali nella propria routine di salute, mentre in Europa il 28% degli over 60 ha utilizzato terapie complementari negli ultimi 12 mesi. La salute diventa un linguaggio culturale fluido, in cui spiritualità e scienza, performance e autenticità convivono. Le narrative più efficaci valorizzano la diversità e il rispetto delle origini, evitando l'appropriazione culturale e privilegiando la connessione.
