Cure palliative, si può rispondere alla sofferenza?
La vita corre veloce. Il tempo è sempre poco. E ci sono cose di cui non vorremmo occuparci. Il dolore, le malattie inguaribili. Ci sono persone che si occupano di queste cose tutti i giorni, tutto l’anno. Per dare alla vita la dignità di essere vissuta, sempre, fino all’ultimo
E’ questo il tema al centro dell’incontro promosso il 29 maggio prossimo a Roma dalla Fondazione Hospice Seràgnoli e dalle sue strutture operative che si occupano rispettivamente di formazione, ricerca e divulgazione - l’ Accademia delle Scienze di Medicina Palliativa (ASMEPA) e ASMEPA Edizioni.
La Fondazione Hospice Seràgnoli, nata nel 2002, opera in ambito assistenziale attraverso la gestione, in area bolognese, degli Hospice Bentivoglio, Bellaria e Casalecchio, strutture dove - grazie all’accreditamento con il Servizio Sanitario Nazionale si accede gratuitamente trovandovi un’accoglienza altamente qualificata, con un’équipe multidisciplinare che si prende cura del paziente e dei suoi familiari per dare risposte al dolore fisico e psicologico e restituire dignità alla vita. L’Accademia delle Scienze di Medicina Palliativa dal 2006 svolge attività di ricerca, formazione e divulgazione, realizzando percorsi di apprendimento e approfondimento per operare nel settore delle cure palliative, grazie ad una offerta formativa ad ampio spettro che comprende master universitari e corsi di formazione continua. ASMEPA Edizioni, emanazione editoriale dell’Accademia, offre, attraverso varie agili pubblicazioni, un contributo alla divulgazione degli aspetti fondamentali delle cure palliative e una sintesi degli Incontri che ASMEPA organizza ogni anno per sensibilizzare il grande pubblico su tematiche socio-culturali.
L’incontro vuole essere una riflessione su dolore e sofferenza, dunque, calata in un approccio assistenziale che mette al centro la persona e i suoi cari, la sua dignità e il diritto a scegliere consapevolmente come vivere anche nei momenti più duri della malattia inguaribile. Un momento di dialogo e divulgazione, aperto al pubblico, per ampliare la conoscenza delle cure palliative, promuoverne la diffusione grazie ad una maggiore consapevolezza del ruolo trasversale che possono svolgere nei diversi ambiti della medicina.
Parlare di cure palliative oggi significa affrontare un tema difficile. Le cure palliative costringono a parlare del paziente invece che della malattia o dell’organo malato. Del paziente ma anche della famiglia, perché tutti sono coinvolti quando si ammala un famigliare. La malattia inguaribile è un problema universale e una fonte di sofferenza enorme e oggi si può fare qualcosa per alleviarla: le cure palliative possono affrontare la sofferenza evitabile, a livello fisico, psicologico e spirituale. Tuttavia a livello nazionale le strutture attivate non sono ancora in grado di rispondere in modo adeguato ai bisogni di cure palliative, i professionisti formati sono ancora pochi e la diffusione della cultura delle cure palliative è ancora all’inizio, sia in ambito sanitario, sia a livello di opinione pubblica.
Come scrive Nadio Delai, nel suo nuovo libro Applicabilità politica e sociale di una cura etica pubblicato da ASMEPA Edizioni: “serve coltivare una vera e propria “mutazione” della nostra cultura collettiva, che investa ad un tempo l’opinione pubblica, gli operatori della medicina e la stessa organizzazione sanitaria che provvede all’erogazione dei servizi di cura” [...]
“Bisogna accettare di scendere nel mondo reale nel quale l’umanizzazione della cura ha bisogno di trovare una propria modalità operativa nell’ambito dell’organizzazione dell’offerta sanitaria e non solo nella buona volontà degli operatori”.