Maltrattò l’alunno autistico: non tornerà in classe l'insegnante trevigiana
Non sarà reintegrata nella scuola l’insegnante che nel 2008 ha maltrattato un bambino con autismo in una scuola dell’infanzia di Mogliano Veneto (Treviso), trascinandolo per il collo e lasciandolo al freddo, sporco e seminudo, mentre esortava al disprezzo i compagni. A rendere noto l’esito della sentenza di appello del Tribunale di Trieste che ha respinto la richiesta dell’insegnante di reintegro a scuola confermando la sentenza di primo grado, l’Angsa (Associazione genitori soggetti autistici), che nei giorni scorsi aveva lanciato l’allarme. L’insegnante in questione era stata infatti licenziata dall’Ufficio regionale scolastico, la procedura penale era stata archiviata e, considerando che sul versante penale non era emersa colpevolezza, aveva richiesto il reintegro alla professione. “Il pericolo di un ritorno in cattedra era incombente”, aveva avvertito l’Associazione il 18 marzo.
Di tutt’altro tono il commento di oggi: “Ringraziamo i giudici, che nel formulare la sentenza, hanno tenuto conto con sensibilità, dei diritti etici e umani del bambino che non era in grado di difendersi, della legge quadro 104 e della Convenzione Onu sulla disabilità, respingendo il reintegro”, ha dichiarato la presidente Liana Baroni. Al di là della vicenda di Mogliano Veneto l’Angsa mette in rilievo il ruolo particolarmente delicato dei docenti all’interno degli istituti scolastici. “Ricordiamo – ha aggiunto Baroni – che l’insegnante di sostegno, ed eventualmente anche l’assistente, assegnati all’allievo con autismo o disturbi dirompenti del comportamento ed altre disabilità, che richiedono una specifica competenza devono essere specificamente formati. Non è possibile lavorare su una disabilità così impegnativa se si è privi di ogni conoscenza in materia di autismo”.
Nella realtà purtorppo le cose vanno in molti casi diversamente. “Accade spesso che questo non avvenga – ha detto ancora la presidente –: a soggetti con autismo vengono assegnati insegnanti di sostegno digiuni di ogni nozione specifica e privi di esperienza, con conseguenze che possono essere disastrose, sia per il bambino o ragazzo, sia (anche) per chi lavora con lui, come dimostrano i casi di burn-out e quelli più gravi di trattamento inadeguato, maltrattamento e violenza come ribadito anche nel caso dei maltrattamenti di Mogliano dalle associazioni Angsa Veneto e Autismo Treviso”.