Pronto soccorsi italiani, la situazione è esplosiva
Alessandro Frezzato
Pazienti in barella nei corridoi dei pronto soccorsi sempre piu’ affollati, attese che durano ore infinite o giornate intere per un posto letto, turni insostenibili per personale medico e para-medico. Questa è la fotografia di presso che tutti i reparti d’emergenza degli ospedali italiani, soprattutto nei periodi caldi come nei picchi delle influenze di inverno.
Nel nostro paese ci sono 844 pronto soccorsi, nei quali lavorano 12 mila medici e 25 mila infermieri. Gli accessi sfiorano i 24 milioni all’anno, quindi: 2 milioni al mese, 67milioni al giorno, 2.800all’ora e uno al secondo quasi.
Sono questi gli allarmanti dati resi noti qualche giorni fa, dalla Società Italiana medicina emergenza-urgenza, in occasione della seconda edizione settimana internazionale del pronto soccorso.
Le soluzioni ci sarebbero per superare almeno in parte la situazione esplosiva dei nostri pronto soccorsi, basterebbe evitare gli accessi numerosi di quelle persone che vanno all’ospedale per problemi lievi, che potrebbero essere curati altrove, come ad esempio le Unita’ di cure complessive primarie (Uccp), che in sostanza sono aggregazioni di medici famiglia, presenti durante tutta la giornata, che purtroppo per ora sono partite solo in alcune regioni. Ma anche la possibilità di gestire negli ambulatori le piccole emergenze, come sarebbe dovuta nascere con l’ultima rifornita sanità della Ministra Lorenzin, sarebbe molto utile se attuata.