
"Sono arrivato al Napoli con un progetto: i primi cinque anni per costruire, gli altri cinque per vincere. Cosa? Vedremo. Credo di essere in anticipo. E per uno che non sapeva niente di calcio e' un successo: il Napoli era fuori dalla ribalta internazionale e non era mai stato lodato per il suo virtuosismo finanziario". Aurelio De Laurentiis si gode la sua 'creatura'. Intervistato dalla 'Gazzetta dello Sport', per il presidente del Napoli la squadra che ha costruito in questi anni "e' un film di successo. Ci sono film finanziati dallo Stato che non incassano un euro e sottraggono fondi ai film che si confrontano col mercato. Ci sono anche club purtroppo non abituati, per mentalita', a confrontarsi con il mercato. Tutto cio' crea squilibri al sistema del calcio".
E qui si inserisce la sua storica battaglia per abolire l'Europa League e creare una "una Champions a 64 squadre dove Italia, Germania, Francia, Spagna e Inghilterra ne abbiano 6 a testa. Platini? E' una brava persona, ma non e' detto che quello che lui dice sia la verita' assoluta. Sono critico verso Michel, pur stimandolo, per richiamarlo ai suoi doveri: non puo' pensare che in Europa abbiamo tutti le stesse esigenze". Fosse lui al posto del presidente della Uefa, "chiederei ancora a tutte le federazioni e leghe un campionato nazionale a 16 squadre: permetterebbe meno gare e meno spese per i tifosi, che investirebbero piu' in Champions, liberando cosi' date per l'Europa. Poi unificherei Serie B e C, con giocatori soltanto di 17-20 anni che possano essere utili alla A, eliminando le Primavera". Tornando alla lotta per lo scudetto, il presidente dei partenopei non vuole pensare allo scontro diretto con la Juventus e non crede a una squadra bianconera in crisi.
Ma tutto e' possibile, con un Mazzarri in panchina ("Un ottimo regista e una persona per bene, e' uno che deve aver sofferto nella vita e per questo e' guardingo e protettivo verso se stesso e i giocatori") e un Cavani in attacco. Che non si muove a meno che qualcuno non versi la clausola rescissoria fino all'ultimo centesimo. "Per un'offerta di 60 milioni e' quasi un dovere vendere anche Cavani? E chi me li da'? D'estate ne ho rifiutati 55, il Real Madrid non arriva a 50. E per pagare i 63 della clausola ce ne vogliono circa 70... A quel punto, dal punto di vista legale non posso far niente. Ma posso far di tutto per convincere il giocatore a restare: ci vuole l'accordo con lui. E l'ultima cosa che penso e' privarmi di Cavani: mi piace come giocatore e come uomo, c'e' sempre, risponde sempre presente, e' affidabile al 100 per cento. I rapporti umani contano: lavoro con gli stessi registi perche' ci si trova bene". Infine, porte aperte per Maradona. "Casa mia e' casa sua: l'ho conosciuto dieci anni fa, mi colpi' la sua umanita' e l'amore per le figlie. Non ha bisogno del mio permesso per venire tutte le volte che vuole".