
Ted Ligety e' il nuovo campione del mondo di supergigante. Nella seconda giornata della rassegna iridata di Schladming, in Austria, e' il 28enne di Salt Lake City a imporsi, chiudendo davanti a tutti in 1'23"96. Una bella soddisfazione per l'americano, 15 vittorie in carriera in Coppa del Mondo, che in questa stagione ha ottenuto 4 successi ma tutti in gigante (Soelden, Beaver Creek, Alta Badia e Adelboden) e che in Super-G vantava appena un podio, un secondo posto in Val d'Isere nel dicembre 2009.
Christof Innerhofer, campione in carica dopo il successo di Garmisch nel 2011, parte col pettorale numero 20 ma non riesce a far meglio del settimo posto, chiudendo in 1'25"05, a 1"09 da Ligety. Oro in gigante due anni fa e campione olimpico nella combinata a Torino, Ligety ha preceduto per 20 centesimi il francese Gauthier De Tessieres, autentica sorpresa di giornata che prima vantava soltanto un terzo posto in Coppa del mondo risalente al 2008 nel gigante di Val d'Isere. Bronzo per il norvegese Aksel Lund Svindal, che ha gettato al vento una probabile vittoria a due porte dalla conclusione, dove ha commesso un errore che gli ha fatto perdere centesimi preziosi (+0"22 dall'americano). Per Ligety si tratta della terza medaglia iridata della carriera dopo il gia' citato oro in gigante a Garmisch e il bronzo, sempre in gigante, a Val d'Isere nel 2009.
Delude l'Italia. Fuori dalla Top Ten gli azzurri Matteo Marsaglia 12esimo e Peter Fill 15esimo; ancora piu' indietro Werner Heel (21^) e Siegmar Klotz (23^). "Ligety ha vinto meritatamente, aveva meno pressione - le parole di Innerhofer - per quanto mi riguarda sono contento di un buon piazzamento che mi consente di fare punti importanti nella lista di partenza. Ho tribolato un po' con la visibilita', ho provato a rischiare ma non me la sentivo a rischiare troppo perche' non sentivo gli appoggi. Mi rimane la discesa dove penso di potere fare bene".
"Ero contento del primo pezzo, finche' ha retto la gamba ho sciato abbastanza bene, ma da tre quarti di pista in avanti ero distrutto, ho fatto fatica anche a frenare all'arrivo - e' invece l'analisi di Matteo Marsaglia - ero veramente a disagio sui salti. Dispiace che non ci sia nessuno di noi la' davanti".
Sensazioni simili per Werner Heel. "Non ho sentito bene gli appoggi, qua bisogna sciare un po' diversamente, non e' la nostra neve, guardiamo avanti e speriamo nella discesa. Speriamo che migliorino le condizioni".
"Ho provato ad attaccare ma la visibilita' non era buona e la neve era scivolosa, mi e' mancata la velocita'", il pensiero di un deluso Fill.