Nel pallone/ Montella si meriterebbe la Champions. Ma il fondoschiena di Allegri...
Di Alberto Foà
Dunque la Juventus ha stravinto un campionato che non poteva perdere. Ancora il 5 maggio, come quello regalatole dall’Inter contro la Lazio. Stavolta contro un Palermo che, a questo punto, nonostante la fortuna – del Milan – continui a perseguitare il Torino, ha un piede, o quanto meno i talloni – in B. E qui ci sta una prima considerazione: Zamparini quest’anno ha cambiato più allenatori che paia di calze, ha speso anche qualche soldino ma nonostante i nomi a disposizione potrebbe, anzi quasi dovrebbe, retrocedere. Bene, cioè male, perché invece, per dire, chi ha insistito dall’inizio alla fine sullo stesso trainer, ha conquistato le posizioni migliori – naturalmente con l’eccezione di regola dell’Inter – anche quando, come nel caso del Milan e, soprattutto, dell’Udinese, era partito male. Ancora a proposito di allenatori, se non ce la sentiamo di sbilanciarci su Andreazzoli, che ha ereditato da Zeman una squadra fortissima ma gli sta comunque dando una continuità di risultati che prima i giallorossi non avevano, la novità principe del torneo per il gioco dato alla propria squadra è sicuramente Montella: forse la sua Fiore non arriverà al terzo posto (anche se il Milan non se lo merita è probabile che se lo prenda), ma i viola hanno espresso davvero lunghi sprazzi di bel gioco. Per concludere, a proposito di Milan, anche domenica tutti a esaltare Balotelli ma la verità è che i fattori decisivi sono stati altri: il fondoschiena di Allegri – che potrebbe lasciare la squadra per volontà di Silvio Berlusconi e magari finire proprio alla Roma di Totti, Osvaldo e Lamela – e il portiere Abbiati, che la squadra la dovrebbe lasciare per volontà propria, perché di sicuro non accetterebbe di fare il secondo di qualcuno, tanto più – cioè tanto meno – di Julio Cesar. Non lo accetterebbe. E neppure se lo merita…