Tacco 12 e tacchetti, questo è il calcio femminile
di Giulia Di Camillo @giuliadicamillo
Un mondo incantevole. Un mondo unico. Un mondo rosa che alterna i tacchetti al tacco 12. Stiamo parlando del calcio femminile. Si, il calcio femminile. Quel calcio giocato dalle donne. Quel calcio dove una strepitosa rovesciata non manca, figuriamoci un tackle. Anche tra le donne si parla di 4-4-2, 4-3-3 o 3-5-2. Anche tra le donne si parla di diagonali o di marcature. Anche tra le donne c'è il calciomercato. Anche tra le donne si alzano trofei e si ricevono medaglie da appendere al collo con orgoglio. L'ultima è proprio quella in bronzo, conquistata dalla Nazionale Italiana Femminile U17 nei Mondiali in Costa Rica.
Nel nostro Paese, il movimento del calcio in "rosa" deve ancora svilupparsi molto. Tante sono le carenze ed un grande aiuto deve provenire innanzitutto dagli organi incaricati ad occuparsi di questo sport. E fino ad ora, sono davvero pochi gli interventi degni di nota. Negli ultimi tempi, in ogni caso, sicuramente molto gradita è stata la nuova carica assegnata in FIGC a Rosella Sensi. Per lei un bel compito: "Coordinatrice della Commissione per lo Sviluppo del Calcio Femminile". Bellissima, inoltre, anche l'iniziativa messa in piedi dalla TIM e dalla LND: Tim - Donne in Gioco. Un progetto che vuole portare il calcio femminile in molte piazza italiane, con giochi e attività ispirate al calcio in rosa.
Siamo in un Paese dove, come anticipato, ci sono tante carenze per quanto riguarda il calcio femminile. Siamo in un Paese dove una squadra di calcio femminile spesso non ha un impianto sportivo dove allenarsi. Dove giocare. Dove poter dire "Siamo a casa". Siamo in un Paese dove il calcio femminile è dilettantistico. E forse lo sarà per sempre, anche se le calciatrici si allenano tutti i giorni. Anche se vincono uno Scudetto o una Champion's League. O addirittura vincono un Europeo o un Mondiale. Siamo in un Paese dove spesso o lavori o giochi a calcio. O meglio, fai entrambe le cose. Perché nel nostro Paese stipendiare una calciatrice spesso non esiste. E le società, questo vorrebbero tanto farlo. Ma non possono. Siamo in un Paese dove ogni calciatrice, in ogni caso, persevera. Continua a giocare e a credere nei propri sogni. Che alla fine, sono proprio quelli che... danno forma al mondo.
Siamo in un Paese, però, che può dare tanto al calcio femminile. Può tutelarlo. Può seguirlo. Può migliorarlo.
E la prima strada da prendere è sicuramente l'unione. Uomini e donne. Senza distinzioni. Perché solo uniti si può scrivere la storia. Solo tutti insieme si può tornare a vincere nel calcio maschile e si può iniziare a farlo, con più costanza e con più titoli, in quello femminile.
Con amore e con passione. Con il pallone nel cuore.