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Toscana
Arezzo, restaurato celebre polittico trecentesco di Pietro Lorenzetti

Il dipinto sarà ricollocato nella Pieve di Santa Maria. A causa dell’emergenza sanitaria saranno invece rinviati a data da destinarsi gli eventi in programma per celebrare il ritorno del capolavoro nella sua sede originaria

Una delle più celebri opere pittoriche del Trecento torna a casa. Dopo un lungo e complesso restauro che si è protratto per ben sei anni, il polittico diPietro Lorenzetti raffigurante la “Madonna con Bambino, Santi, Annunciazione e Assunzione”, agli inizi di novembre sarà ricollocato nella Pieve di Santa Maria ad Arezzo. Si conclude così un importante lavoro di pulitura, consolidamento e messa in sicurezza che restituisce all’ammirazione, allo studio e alla devozione uno dei capolavori indiscussi dell’arte medioevale. Sarà tuttavia necessario pazientare ancora un po’ per celebrare con la solennità dovuta il ritorno dell’opera nella sua sede originaria: a causa dell’emergenza sanitaria,sonoinfatti rinviati a data da destinarsi gli eventi che erano stati programmati per suggellare questo importantissimo momento.

L’opera, unatempera su tavola fondo oroche è pietra miliare nel percorso artistico e biografico del Lorenzetti,venne realizzata tra il 1320-24.  Lo documenta il contratto stipulato il 17 aprile 1320, con il quale il vescovo Guido Tarlati impegna il maestro senese, richiedendogli espressamente di dipingere figurebellissime con colori pregiati, in campi dorati con oro da cento fogli a fiorino. Il documento, che resta uno tra i più illuminanti dell’epoca per la relazione opera-artista-committente, oltre a richiedere elevati requisiti di qualità, impone al pittore di impegnarsi senza interruzioni e senza assumere altre committenze fino ad aver raggiunto la “perfezione” dell’opera e specifica che spetta al vescovo Guido e ai canonici della Pieve di approvare la tavola finita (pattuita per centosessanta lire pisane).E la perfezione Pietro Lorenzetti la raggiunse: il dipintopiacque alla committenza e venne collocato sull’altare maggiore della Pieve, dove, nonostante spostamenti che ne hannoin parte cambiato lo status,ancora si trova.

Il polittico è arrivato ad oggi privo di significative parti strutturali, come le due colonne poste alle estremità con sei figure dipinte per ciascuna, che dovevanorenderlo autoportante sostenendolo fino a terra; manca anche la predella, che Giorgio Vasari ebbe a descrivere “con molte figure piccole, tutte veramente belle e condotte conbuonissima maniera” e mancano i pilastrini tra gli scomparti terminanti in pinnacoli. Uno dei primi restauri di cui sappiamo essere stata oggetto l’opera risale alla fine dell’Ottocento quando, durante i lavori che interessarono la Pieve, la tavola fuportata al riparo in municipio per essere ricollocata nella sua sede tra il 1880 e il 1881. Nuovamente restaurata nel 1916, un nuovo intervento si rese necessario nel 1976 quando uno squilibrato tentò di appiccare fuoco al capolavoro. Nell’occasione un’approfondita ricerca accertò che l’opera doveva misurareall’origine ben più degli attuali cm 293,6di larghezza.

A distanza di quasi quarant’anni da quell’intervento, è stata di importanzaessenziale la revisione del restauro del Polittico di Pietro Lorenzetti. Dopo le opportune analisi, si è verificata la funzionalità del supporto, quindi è stata operata una pulitura della superficie pittorica che ha provveduto alla rimozione degli strati direstauro apposti nell’ultimo intervento (vernici e integrazione pittorica, alterate neltempo). Questa operazione ha rivelato estesissime aree di pittura e di fondi oro in cui persistevano strati evidenti di sporco edi patinature antiche di difficile datazione. Si è quindi imposta una seconda fase dipulitura delicatissima, interamente condotta al microscopio, che ha permesso di recuperarei colori cangianti e lestraordinarie decorazioni condotte a mano libera dal pittore, offrendo così un fondamentale contributo alla complessiva leggibilità del dipinto.

Un’apposita fase di ricerca, in stretta connessione con la Soprintendenza di Siena Grosseto e Arezzo, è stata dedicata all’ipotesi di ricostruzione delle partistrutturali in legno della cornice monumentale,purtroppo perduta, che ne facevano una macchina autoportante di grandeimpatto visivo. E’ stata quindi proposta una ipotetica ricostruzione, con disegno digitale, checonsentisse di restituire spaziature e proporzioni corrette all’opera, facilitandone la lettura in rapportosoprattutto con l’interno monumentale della Pieve per la quale fu concepita. La direzione dei lavori, la proprietà e l’équipe tecnica hanno convenuto di limitare tale ricostruzione al solorecupero della larghezza del polittico: sono stati pertanto inseriti listellidorati che distanziano le varie parti dell’opera riconducendola (almeno in larghezza) alla misura originaria.

Durante il restauro il cantiere allestito nello studio RICERCA, è stato visitato da eccellenti studiosi econservatori di musei di tutto il mondo, mentre le restauratrici Paola Baldetti, Marzia Benini e Isabella Droandihanno svolto un’intensa attività didattica e di sensibilizzazione, in laboratorio, incollaborazione con scuole aretine di ogni ordine e grado, e con studenti universitariitaliani e stranieri accompagnati dai loro docenti.

Il restauro è stato autofinanziato fin dall’inizio a cura di RICERCA e, dal 2017, con il sostegno di ART ANGELS AREZZO Onlus, associazione che si prefigge di sostenere laconservazione, il restauro e la valorizzazione del patrimonio artistico del territorioaretino, che ha adottato il Lorenzetti come suo primo progetto. Sul sito di Art Angels Arezzo Onlus è presente l’elencocompleto dei grandi e dei piccoli donatori, che hanno contribuito al recupero. Oltre che da privati cittadini italiani e stranierii fondi già reperiti, pari a € 302.000 sono stati donati da: Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze (principale donatore con € 110.000), aziende del territorio aretino: Power One Italy spa, CHIMET spa, TCA spa,Centro Chirurgico Toscano. I fondi provenienti dagli Stati Uniti sono stati trasmessi attraverso Friends of Florence, grazie alla presidente contessa Simonetta Brandolini d'Adda, per consentire la defiscalizzazione ai donatori americani. Restano ancora da finanziare somme per un totale di € 77.980 inclusa IVA al 22% per interventi indispensabili per la corretta ricollocazione dell’opera in chiesa, come la disinfestazione del coro ligneo retrostante della tribuna (Marco Santi, Anghiari), la realizzazione di una nuova illuminazione (I Guzzini, Firenze), la costruzione di un nuovo supporto in acciaio (Metalmeccanica di Valerio e Mauro Vedovini, Arezzo)a sostegno dell’opera sull’altare; realizzazione delle parti ricostruite in legno, alcune delle quali dorate, trasporto e rimontaggio dell’opera in situ (Thierry Radelet, Torino; RICERCA, Arezzo).

La ricerca di contributi continua alacremente. A tal proposito è in corso una campagna di raccolta fondi sulla piattaforma GoFundMe al link: https://www.gofundme.com/f/progetto-restauro-lorenzetti.

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