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Toscana
Arte, Galleria Continua ospita l’anteprima italiana del film di Daniel Buren

Galleria Continua ospita l’anteprima italiana del film di Daniel Buren “Fuori tempo, a perdita d’occhio”. Un’opera della durata di sei ore e ventiquattro minuti: una sorta di retrospettiva in forma filmica nella quale l’artista francese ripercorre le tappe del suo lavoro a partire dagli esordi fino al 2018.

L’idea nasce più di trentacinque anni fa quando Daniel Buren, in occasione delle numerose conferenze che tiene in tutto il mondo, si rende conto del profondo divario che esiste tra le sue opere e la conoscenza effettiva che il pubblico ha di queste. E’ la natura stessa del lavoro che alimenta questo divario: il fatto che il 90% delle opere siano create in situ;che quasi sempre sianoopere inedite;che l’artista, dagli anni Sessanta, mantenga una media annua di cinquantadue mostre realizzate in ogni angolo del pianeta. Comprensibile, quindi, che nessuno possa conoscere tutte le tappe dell’incredibile percorso artistico portato avanti da Buren in più di mezzo secolo di attività.

Il proposito, più volte accarezzato ma poi sempre abbondonato, di documentare visivamente il lavoro per stringere la forbice tra opere e pubblico,torna a farsi forte e concreto quando nel 2016 il Palais des Beaux-Arts di Bruxelles decide di dedicare all’artista un’ampia mostra retrospettiva. I tempi sono maturi, la tecnologia digitale offre mezzi e possibilità per affrontare la produzione di un film come Buren aveva già immaginato negli anni Ottanta. E’ così che vede la luce “Une Fresque”, un film della durata di tre ore e trenta minuti dove Buren sviluppa una serie di concetti in parallelo conl'omonima mostra che ne è il corpus.

Terminata l’esposizione, Daniel Buren mette mano a “Fuori tempo, a perdita d’occhio”. Il film è strutturato in modo semplice e chiaro: è suddiviso in grandi capitoli che si susseguono in ordine alfabetico in base al titolo; all’interno di ciascun capitolo, in ordine cronologico, si sviluppano dei temi. Possono essere temi molto concreti (come "porta”, "finestra", "pavimento"), così come astratti ("luce del giorno", “passaggio", "proiezione”, "movimento”), possono riguardare attività artistiche ("spettacolo", "film"),piuttosto che elencare concetti relativi al lavoro dell’artista ("strumento visivo", "foto ricordo"). L’opera si completa con una serie di interviste a artisti, coreografi, musicisti, designer, architetti, curatori, critici d'arte, galleristi, collezionisti che offrono il loro punto di vista su diversi aspetti del lavoro di Buren.

Fuori tempo, a perdita d’occhio” è una struttura “aperta”, ovvero concepita con l’intento di poter intervenire in qualsiasi momento sul lavoro, correggendo o aggiornando il film con nuove opere. Un requisito importante, dal momento che questo colossale affresco sull’opera del Maestro copre appena un 7% della produzione artistica che in questi anni ci ha regalato. Anche la musica risponde allo stesso requisito. Scritta da Alexandre Meyer, consta di quasi ottanta pezzi composti in modo tale dapotersi modellare in base al tempo che necessita ciascuna sezione;non solo,nel caso di successive modifiche, possono essere aggiunti senza problemi brani nuovi e inediti.

L’inaugurazione sabato 26 settembre 2020, via del Castello 11, dalle 11 alle 23. Fino al 10 gennaio 2021, da lunedì a domenica, 10.00-13.00 / 14.00-19.00, su appuntamento.

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