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Toscana
Il caso Braibanti apre la diciottesima edizione del Florence Queer Festival

Il caso Braibanti, docufilm che apre la diciottesima edizione del Florence Queer Festival alla presenza dell'assessore alla cultura del Comune di Firenze Tommaso Sacchi, prova ad accendere una luce su un intellettuale eretico nel Novecento italiano (“genio straordinario”, secondo Carmelo Bene) e sulla sua intera vita, dal precoce attivismo antifascista fino alla morte, passando per quel processo-farsa che, con la pretestuosa accusa di “plagio”, mirava a colpire la sua indipendenza e la sua omosessualità. Il processo ad Aldo Braibanti fu il nostro processo a Oscar Wilde, con un secolo di ritardo.

Il documentario, che apre martedì 13 ottobre, al cinema La Compagnia di Firenze (via Cavour 50/r) la diciottesima edizione del Florence Queer Festival 2020 alla presenza dell'assessore alla cultura del Comune di Firenze Tommaso Sacchi, è incentrato sul processo ad Aldo Braibanti, scrittore, drammaturgo e partigiano, accusato di aver plagiato il suo giovane amante. I registi Carmen Giardina e Massimiliano Palmese, saranno presenti in sala insieme all’autore della colonna sonora, Pivio.  Aldo Braibanti, “genio straordinario” secondo Carmelo Bene, è ricordato soprattutto per il processo a cui fu sottoposto con l’accusa di aver plagiato il suo amante ventunenne. Gli autori, nel corso della serata, riceveranno il premio speciale del Florence Queer Festival, con la seguente motivazione: “Per aver scelto di raccontare e dare visibilità a una storia da non dimenticare, nel ricordo del valore indelebile di un poliedrico intellettuale italiano”. Nel documentario la storia di Braibanti è ripercorsa da il nipote Ferruccio Braibanti, insieme a Piergiorgio Bellocchio, Lou Castel, Giuseppe Loteta, Dacia Maraini, Maria Monti, Elio Pecora, Stefano Raffo, Alessandra Vanzi. Ad aprire il festival, nel pomeriggio (ore 18.15) il documentario, fuori concorso, The Ballad of Genesis and Lady Jaye di Marie Loisier, ritratto del performer, musicista e pioniere del gender-fluid Genesis POrridge e la sua compagna Lady Jaye Breyer P-Orridge: il film in particolare si concentra sul progetto Pandrogynym, che attraverso l’utilizzo della chirurgia plastica, ha come obiettivo quello di modificare i corpi di entrambi per diventare più simili tra loro. La loro vita quotidiana diventa un campo di sperimentazioni permanenti, Genesis e Lady Jaye sfidano qualsiasi tipo di norma nel loro agire inventando rituali che trasformano la loro vita in un’opera d’arte.
 

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